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Rubrica salute: la “disidrosi” plantare ed altre forme della fastidiosa dermatite recidivante

Approfondimento – Non sono chiare le cause di una patologia della pelle denominata “disidrosi”. Si tratta di una dermatite recidivante, ossia che dopo essere comparsa per una prima volta è destinata a ripetersi ciclicamente. Colpisce maggiormente i piedi e le mani, ma particolarmente fastidiosa è la “disidrosi plantare”, che colpisce per l’appunto quella parte del piede che sorregge la persona ed è a contatto diretto pressorio con la scarpa. La malattia  è caratterizzata dalla presenza di piccole (diametro < 1 mm) quali piccole  vescicole epidermiche contenenti un liquido chiaro, traslucide, tenaci, solitamente profonde, in alcuni casi appena rilevate, che non si rompono facilmente, localizzate  spesso in modo bilaterale in entrambi gli arti colpiti. Nel contesto plantare si suppone che una delle cause relative all’insorgenza patologica sia da attribuire ad un difetto della sudorazione. Ci sono alcune condizioni climatiche, es. troppo caldo, scarpe o calze troppo pesanti,  oppure stazionare in ambienti dotati di riscaldamento a pavimento, in cui il sudore non riesce ad assolvere alla sua funzione, e lo sfogo avviene dunque con le vescicole. Chi ne è affetto, avverte subito un senso di prurito e di fastidio nell’arco plantare che rende anche difficoltoso il camminare. Il decorso è rituale, e perdura per diversi giorni, anche dopo la scomparsa della sintomatologia dolorosa. Il processo è quello di una secchezza della pelle che poi porterà inesorabilmente il tessuto cutaneo a rompersi per poi con il tempo ricostruirsi. Il tutto avviene nell’arco di due o tre mesi. Ci sono casi lievi del fastidio, che si fronteggia con l’utilizzo di pomate cortisoniche. Ma in alcuni casi anche le pomate antiemorroidarie hanno procurato sollievo. E’ però sempre bene consigliarsi con il medico e lo specialista in dermatologia, poichè ogni caso è a sè ed ogni persona reagisce diversamente alle terapie.
In realtà non esiste una vera e propria terapia per curare la disidrosi, ma solo bisogna prestare attenzione a non farsela venire. Chi ne è affetto non utilizzi scarpe troppo calde (la maggior parte) e/o poco trasprianti, come l’uso delle calze ha la sua importanza, soprattutto nella composizione del tessuto. Per l’uomo è consigliabile il filo di scozia, che protegge senza opprimere troppo, e da evitare assolutamente lane o tessuti misti riferiti a prodotti di scarsa qualità. Un altro accorgimento è l’utilizzo preventivo e periodico di Polvere priva di talco, che risulta essere particolarmente costosa, ma in realtà riesce a mantenere fresco il piede a lungo. Ma non bisogna eccedere poichè si potrebbe andare incontro ad eccessiva secchezza della pelle.

Le vescicole possono formare delle bolle più voluminose per confluenza o aumentare di volume in presenza di iperidrosi (disidrosi bollosa). Questa concomitanza ha indotto, in passato, a credere che si trattasse di una patologia causata prevalentemente dal sudore trattenuto all’interno dei dotti delle ghiandole sudoripare (da cui il termine disidrosi) ma questa ipotesi è da tempo decaduta e il coinvolgimento delle ghiandole sudoripare non è mai stato dimostrato. Le vescicole, per la pressione dovuta al liquido in esse contenuto, causano prurito, sensazione di tensione, bruciore e dolore. Il prurito, a volte intollerabile, è spesso il primo sintomo avvertito dal paziente, alcune ore prima che l’eruzione si manifesti. I sintomi persistono per 3­4 settimane, il tempo necessario perché le vescicole giungano spontaneamente in superficie e si rompano. Segue la fase desquamativa che può durare settimane o mesi. La disidrosi si può presentare in forme di diversa gravità; nelle forme cronicizzate si formano zone di escoriazione, con fessurazioni e ispessimenti della pelle talmente invalidanti, da rendere difficoltoso il lavoro quotidiano e la deambulazione. A volte le aree colpite si infettano, in genere per il grattamento. I sintomi peggiorano dopo il contatto con sapone, acqua o sostanze irritanti.
La disidrosi, si può presentare anche in forme cliniche diverse (es. pustolosa, secca) che richiedono una attenta diagnosi differenziale (es. dalla psoriasi pustolosa, dalla cheratolisi esfoliativa).
Per lo più, la disidrosi ha un andamento recidivante stagionale (estivo o invernale), anche se a volte con lunghi periodi liberi da malattia. Alcuni soggetti soffrono, invece, di recidive frequenti che interferiscono pesantemente con la qualità della vita.