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Pandemia e disturbi psicologici: gli effetti del lockdown

Quello che stiamo attraversando non è un periodo facilissimo. Ogni giorno, infatti, viviamo con la preoccupazione che la pandemia globale da Coronavirus possa ricominciare a correre più veloce del previsto. Una speranza, per fortuna, arriva dalla campagna di vaccinazione che procede spedita. Ma i diversi lockdown cui siamo stati costretti per necessità negli scorsi mesi hanno lasciato inevitabilmente delle ripercussioni sul nostro stato d’animo, sulla nostra psiche, e solamente affidandoci ad alcuni esperti, come uno psicologo con studio a Roma nel quartiere Trieste, possiamo superare queste difficoltà, che hanno visto per protagonisti anche i più piccoli, ritrovatisi chiusi in casa, senza la possibilità di praticare sport, scuole e socializzare con altri bambini o ragazzi. Una situazione anomala e del tutto nuova per loro. Ma proviamo a capire quali siano stati gli effetti più frequenti nelle persone dei diversi periodi di isolamento e quarantena trascorsi nei mesi appena passati.

Disturbo dell’attenzione e peggioramento delle facoltà cognitive

Il fatto di rimanere chiusi in casa per giorni, settimane o addirittura mesi, ha portato come prima conseguenza lampante quella di un peggioramento delle facoltà cognitive degli individui, i quali hanno accusato la mancanza di quegli stimoli per la mente derivanti dagli appuntamenti della normale quotidianità: lavoro, scuola, impegni di qualsiasi genere. Il cervello tende a impigrirsi, in quanto poco sollecitato, se non da cose che non sono difficili da seguire, come film, serie TV e via discorrendo. Addirittura due persone su tre tendono a fare grande fatica nel ricordare che ore e che giorno della settimana siano. Di conseguenza a quanto detto, poi, sono stati diversi i casi di calo della concentrazione e di difficoltà nel mantenere costante l’attenzione, specialmente per gli studenti durante le lezioni da remoto o per gli impiegati nelle riunioni in smart working, con un conseguente peggioramento nel rendimento scolastico e lavorativo.

Aumento di stati d’ansia, liti familiari e depressione

Anche se si è all’interno di una casa spaziosa, a volte le pareti vengono interpretate come mura insuperabili. Una sensazione quasi claustrofobica, che è stata amplificata dai diversi lockdown e che ha finito per trasformare il focolare domestico da un luogo di relax a un luogo di stress, dal quale si voleva evadere al più presto sfruttando ogni minima occasione di uscita. Anche la convivenza forzata con gli altri elementi della famiglia è spesso degenerata in episodi di grave violenza domestica, dovuta alla mancanza di abitudine dei componenti del nucleo familiare a stare insieme per così tanto tempo. Basti pensare che le chiamate al numero verde antiviolenza 1522 sono aumentate nel solo 2020 di quasi il 120%.

Infine, a farla da padrona è stata la depressione abbinata all’ansia. Il non poter uscire e divagarsi con altre persone, le continue notizie in arrivo dai telegiornali sulla quantità di nuovi contagi e decessi ogni giorno, le diverse norme da rispettare per cercare di non prendersi il Coronavirus, l’avere un parente contagiato e, a volte, ricoverato in ospedale, la chiusura del proprio posto di lavoro, con il rischio di un eventuale licenziamento in periodo di pandemia, sono tutte fonti generatrici di alti livelli di panico e depressione, degenerati, spesso, in gesti estremi nel corso del primo grande lockdown dichiarato in Italia.