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Necropoli di Castel di Tora, altri reperti rinvenuti. Interdetta al pubblico l’area degli scavi

Castel di Tora – E’ stata disposta l’interdizione dell’area situata in località “Fontanelle” sulle rive del lago Turano, con ordinanza del Sindaco Cesarina D’Alessandro. Il provvedimento è stato adottato di concerto con la Soprintendenza BBAA. Nell’area, ove come noto sono state rinvenute “tombe” del 200 ed una necropoli romana, potranno dunque accedere solo le forze dell’Ordine, della Soprintendenza e gli autorizzati per il proseguimento delle attività di monitoraggio e ricerca.

Il Ministero della Cultura attraverso la Soprintendenza Abap, ha quindi riassunto le risultanze degli scavi che finora hanno fatto emergere una situazione di rilevante interesse storico-culturale-archeologico.

Dodici le tombe finora rilevate, ma si ipotizza possano essercene ancora molte altre. Si tratta di tombe “a cappuccina”, cioè in fossa sormontata da coppie di tegole disposte a spiovente, la cui presenza era già nota a livello locale da almeno cinquant’anni, ma mai indagate scientificamente.

ale tipologia di sepoltura si riferisce, solitamente, a defunti di estrazione sociale medio-bassa e non presenta ricchi corredi funerari. Sono stati, tuttavia, rinvenuti reperti interessanti, quali numerosi chiodini in ferro relativi alle calzature di uno degli inumati, grossi chiodi in ferro in ciascuna delle tombe, un vasetto quasi integro che permetterà di datare con  precisione la relativa tomba.

Altri reperti, rinvenuti fortuitamente da un abitante del posto e  consegnati al Comune di Castel di Tora alcuni anni fa, includono una lucerna e una moneta dell’imperatore Aureliano (270-275 d.C.).

Lo stato di conservazione delle ossa ha permesso, in alcuni casi, il recupero quasi completo dello
scheletro e anche di un cranio: questo consentirà agli antropologi di effettuare studi
approfonditi sul sesso, l’età, la statura, le patologie e le attività ricorrenti dei defunti. Analisi
molecolari potrebbero permettere, inoltre, di ricostruire appartenenze e peculiarità genetiche,
abitudini alimentari e molto altro.“Questa breve ma intensa prima campagna si pone come punto di partenza per dimostrare le
potenzialità archeologiche della necropoli, certamente molto più vasta di quanto osservabile al
momento, e dell’intero territorio della Valle del Turano – ha commentato la dott.ssa Letizia
Silvestri, archeologa autrice degli scavi – allo scopo di intraprendere un progetto di più ampio
respiro condiviso con la Soprintendenza, gli enti di ricerca, il Comune di Castel di Tora e i
Comuni limitrofi per effettuare ricognizioni sistematiche, indagini in estensione, la redazione
di una carta archeologica aggiornata, la musealizzazione dei reperti in loco e la creazione di
percorsi storico-archeologici che possano implementare il già importante patrimonio culturale
e naturalistico della Valle”.

I risultati di queste indagini preliminari –   annuncia il sindaco Cesarina D’Alessandro – saranno presentati quanto prima presso il Comune di  Castel di Tora, coinvolgendo anche altri studiosi di siti archeologici geograficamente viciniper una più accurata contestualizzazione dei ritrovamenti.