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L’arte della pietra a Vicovaro: Pagani Marmi da tre generazioni

Vicovaro –  Intessere un rapporto concreto con lo spazio in cui si vive, è tutt’altro che semplice: esiste il demone della mobilità, del sentirsi fuori posto; esiste l’incapacità di incidere seriamente nel tessuto in cui si vive. Ci sono realtà, però, non sempre valorizzate a dovere, in grado di allacciare col territorio un rapporto sincero, uno a uno, in opposizione – volendo – alla spersonalizzazione e allo sradicamento delle catene e dei grandi sistemi commerciali, costruiti in vitro e svincolati da ogni simbiosi con lo spazio che occupano.

Quale immagine (ma anche quale materiale) più della pietra può rappresentare l’opposizione a un sistema di questo tipo? Al chilometro 50 della Tiburtina, ad esempio, Enrico Pagani porta avanti un’attività di marmista ormai storica per Vicovaro e dintorni. La maggior parte del lavoro, ad ora, riguarda l’arte cimiteriale e l’arredamento, ma non sono affatto rare le incursioni di Enrico nei campi della scultura, dei mosaici e di altre forme creative.

Il suo impegno – racconta – iniziò già da bambino, quando a nove anni, alla fine della scuola, andava ad aiutare il padre, imparando a riconoscere i vari tipi di pietra (dal travertino al granito, a tutti i generi del marmo, tra cui il suo preferito, il perlato royal) e apprendendo le tecniche di scultura. L’artigianato Pagani vanta infatti una tradizione plurigenerazionale: la storia comincia più di un secolo fa con il nonno di Enrico, scalpellino, che esplorava la montagna vicovarese in cerca delle pietre adatte al suo lavoro. A lui seguirono il figlio Vincenzo, che aprì l’attività vera e propria, e quindi Enrico.

L’arte di Enrico Pagani si colloca quindi a metà tra artigianato e industria, ha il privilegio di lavorare con la pietra e di costruire così un rapporto saldo e reale con il territorio in cui opera. Un caso artistico interessante non solo in quanto tale, ma anche per la tradizione che si porta alle spalle, per il suo configurarsi come azione realmente collocata nei significati storici, sociali, geologici di un certo luogo; una simbiosi con lo spazio oggi più che mai rarissima e, perciò, preziosa.

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