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La complessità della vita e la semplicità della morte nella commemorazione di tutti i defunti

Redazione – Il 2 novembre, una data simbolica che riassume ogni anno la commemorazione di quanti ci hanno preceduto nel lasciare il cammino terreno. E’ un giorno triste, nostalgico in cui si pensa alla molteplicità di persone che con il passare del tempo ci lasciano e che inesorabilmente non vedremo mai più. Familiari, parenti, amici, e anche semplici conoscenti che hanno fatto parte del nostro viver quotidiano sono andati avanti prima di noi. In fondo la vita è una circostanza la quale non per nostra scelta ci rende coprotagonisti di un cammino che nasce con la vita e che finisce con la morte fisica del corpo. E’ nella fede che si deve trovare quella forza e quella consolazione realista di uno degli aspetti più misteriori e tragici che da sempre caratterizza la vita dell’uomo. Dove saranno i nostri defunti? Probabilmente ci guardano da una dimensione diversa da quella terrena in cui noi siamo e quindi non possiamo capire. Per quanti sforzi e per quanta tecnologia l’uomo possa avanzare nell’innovazione, a nulla mai si è potuto fare contro la morte, che arriva anche quando meno ce lo si aspetti. Il dogma sta nella semplicità della morte rispetto alla complessità della vita. Di fronte a tutto ciò non possiamo fare altro che alzare le mani, rivolgere un pensiero ed una preghiera per quanti sono morti in vita terrena, ma vivi ancora nei nostri ricordi e che hanno un posto speciale nel nostro cuore. Ognuno di noi ha un grande spazio fatto del voler bene autentico in cui conserva, voci, abbracci e parole di chi è stato parte, a vario titolo e ruolo della nostra vita terrena.

Tutti i defunti riposino tutti in pace.

Approfondimento:

La complessità della vita e l’estrema semplicità della morte. Il ritorno allo stato quo-ante