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Interrotto il cammino di San Benedetto sulla SP33a, tuona il sindaco D’Alessandro (Castel di Tora): “gravi danni per il territorio”

Castel di Tora – “Questa è l’immagine che mai mi sarei aspettata di vedere.” Queste le accorate parole espresse dal primo cittadino di Castel di Tora Cesarina D’Alessandro. E l’immagine a corredo parla da sola. E’ stato infatti interdetto il transito dei pellegrini sulla strada SP33 a che fa parte del Cammino di San benedetto nel tratto Rocca Sinibalda- Castel di Tora. Si riapre dunque una ferita inferta al territorio, al turismo ed ai valori che i cammini portano inalterati nel tempo e nella fede.

“In un momento critico e di grande crisi economica, – tuona il sindaco D’Alessandro – vista l’emergenza coronavirus, trovo deleterio e a danno di un territorio, che con difficoltà si sta rialzando dopo mesi di completa chiusura, l’interdizione fatta con profondi scavi per impedire il passaggio a pellegrini e ciclisti, è di nuovo una ferita che sigilla definitivamente uno stop all’economia locale.
Reggimentare le acque che hanno causato la frana e rimuovere la stessa, resta un impresa ardua? o chi è deputato a procedere non ha nessuno interesse per adempiere?

Si parla di borghi, di turismo sostenibile, di cammini di fede, e basta un un’intervento per uccidere definitivamente un territorio.
Inerzia e menefreghismo!

Un abbandono totale di una strada che con il susseguirsi di varie amministrazioni provinciali, a tutt’oggi, non trova una soluzione.

Perizie geologiche che restano giacenti in uffici provinciali.

La SP33a rappresenta un alternativa in qualsiasi situazione di emergenza e potrebbe rappresentare l’opportunità di una strada ciclabile sul Lago del Turano.
Visione di sviluppo purtroppo assente delle varie amministrazioni provinciali che si sono susseguite, menefreghismo congenito di chiunque siede a rappresentare una Provincia, tempi incerti incatenati all’assenza di una progettazione risolutiva all’annoso problema!

La Valle del Turano – conclude il sindaco – ha necessità di qualsiasi supporto per poter lanciare il territorio con grande vocazione turistica, troppo spesso abbandonato dalla Provincia di Rieti e dalla Regione Lazio, questo è di nuovo l’esempio dell’abbandono totale. L’esempio di inerzia di burocrati che preferiscono interdire e non risolvere! Vietare e non facilitare!”