The news is by your side.

Il caso telecamere a Montesabinese, parla Stefano Tecce: “nulla è cambiato ed ora costretto a nascondermi”

Il ragazzo che ha chiamato "Le Iene" lancia il suo grido di dolore dopo l'attenzione mediatica a livello nazionale

Roma – Parla Stefano Tecce, il ragazzo che ha chiamato la trasmissione le Iene di Italia 1 per la vicenda delle telecamere posizionate nel piccolo borgo di Montesabinese frazione di Carsoli.

In una lettera inviata in esclusiva a ConfineLive e MarsicaLive Tecce, trascorsi alcuni giorni dalla messa in onda del servizio televisivo lancia il suo grido di dolore:

“Dopo mesi e mesi sono stato costretto a rivolgermi alle Iene di Italia 1 visto che nessuno,  prima che i riflettori si accendessero platealmente su questa vicenda si era deciso a darci ascolto.

Viviamo in una frazione piccolissima, nove residenti dove la pace e la serenità dovrebbero essere l’elemento che caratterizza una vita semplice quella che si potrebbe auspicare in questo contesto, e che purtroppo è venuta meno proprio per la presenza di queste telecamere in paese.

Noi abbiamo preso multe per le nostre auto e per i più disparati motivi, e la situazione è talmente diventata insostenibile che sono stato costretto a recarmi in un posto segreto dopo l’attenzione dei media nazionali. Anche prima tutti sapevano tutto ma quando arriva la televisione tutto improvvisamente cambia. Tanti problemi in questo piccolo paese dove probabilmente la manciata di voti interessa poco, ma quando arrivano le telecamere quelle famose tutto cambia, ma non per noi.

Ad oggi, dopo diversi giorni di attenzione niente di nuovo, le nove telecamere sono ancora tutte lì ed abbiamo perso anche quella poca tranquillità che ci era rimasta. L’aria che si respira è di forte tensione, sappiamo che la Procura ha aperto delle inchieste ed io sono stato anche interrogato a lungo dove ho rappresentato la versione dei fatti.

Ma che altro deve succedere? Mai niente è successo in questo paesino, nessuna rapina nessun atto vandalico che giustifica questo “grande fratello” che registra ogni movimento di grandi e piccoli. E se proprio deve esserci una videosorveglianza per qualche motivo che la metta il Comune almeno è una istituzione. Nel frattempo che la Procura fa le  sue indagini intanto come si vive in questo posto dove si ha paura di parcheggiare la macchina per via delle multe?

E quale è la segnaletica corretta che dovremmo seguire? O Montesabinese è un sorvegliato speciale perchè sono venute le telecamere? Sono e siamo disorientati, non ci interessa l’attenzione mediatica che fa comodo solo a qualcuno a noi e a me in particolare interessa risolvere un problema e vivere e godere dei diritti civili come italiano e poi come residente nel comune di Carsoli.”