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Donna morta a Carsoli, si infittisce il mistero. Subiva maltrattamenti e viveva di stenti

Carsoli – Non  sarebbe stata causata dai maltrattamenti la morte di Violeta Blindescu 46 anni, la romena trovata priva di vita sul letto nella camera da letto della propria abitazione nel centro storico di Carsoli.
Ma l’ipotesi che abbia subito delle violenze dal suo compagno resta.  L’uomo,  prima fermato e poi scagionato dall’accusa di aver ucciso, ieri mattina, accompagnato dal suo legale, Emilio Amiconi, si è presentato al tribunale ad Avezzano davanti al giudice per le indagini preliminari Maria Proia. L’arresto è stato convalidato ma l’uomo resta a piede libero. Nelle indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Avezzano Maurizio Maria Cerrato, è emerso dopo l’autopisa che il decesso è stato causato da un edema polmonare.

Il magistrato, nonostante ciò, non ha però escluso eventuali maltrattamenti dell’uomo sulla donna in passato, ma la morte non è stata causata da un atto violento. Per tale motivo, il pm non ha chiesto provvedimenti cautelari. Le botte, qualora fossero accertate, non sarebbero direttamente collegate con la morte della romena.   Secondo una delle ipotesi, le ecchimosi trovate sul corpo della donna potrebbero essere il risultato delle violenze subite. Secondo la difesa si tratterebbe di ferite causate da cadute. Il reato da omicidio dovrebbe essere derubricato in maltrattamenti. “Non è emerso il rapporto di causa ed effetto su quanto accaduto”, ha spiegato il difensore del romeno in un nota, “il decesso è avvenuto per cause naturali e non per le presunte violenze. Nella formulazione di un eventuale rinvio a giudizio ci sarà la derubricazione nel reato di maltrattamenti”.