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Zona rossa perdurante a Carsoli: una “punizione” per le attività al collasso

Il sindaco Velia Nazzarro vuole però vederci chiaro e scrive alla Asl: "i conti non tornano"

Carsoli – Gli ultimi aggiornamenti tracciati dal sindaco Velia Nazzarro computano, a ieri la presenza di 51 contagiati nel territorio comunale, di cui 2 domiciliati non residenti ed 8 ricoverati in Ospedale. Si sono quindi verificate nel corso delle ultime ore anche alcune negativizzazioni, e ricordiamo che il test rapido di sabato scorso non ha fatto riscontrare (prima volta dopo lo svolgimento degli screening) nessun nuovo positivo.

L’INCIDENZA DEI CONTAGI 

L’incidenza del contagio nel territorio comunale dunque è di 49 rispetto a quasi 6.000 residenti. Chi vuole può calcolare il rapporto percentuale.

Ma ieri la cabina di Regia della Regione Abruzzo ha lasciato Carsoli, che anche la scorsa settimana faceva registrare 55 contagi, in piena zona rossa ancora per una settimana, sperando che basti.

La settimana scorsa anche gli altri tre comuni della Piana del Cavaliere (Oricola, Pereto e Rocca di Botte) erano stati inseriti nel calderone della zona rossa, pur cumulando tra loro non piu’ di 15 casi)

Ricordiamo che in epoche precedenti Carsoli resto’ in zona arancione pur in presenza di oltre 70 contagiati totali e concomitanti.

Ma, sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo) che le valutazioni della cabina di regia siano state basate nel confermare Carsoli zona Rossa dai report della Asl che avrebbe notificato l’insorgenza di 19 casi nell’ultima settimana. Ma la stessa Asl potrebbe aver inviato, come spesso accade, un cumulativo anche dei casi riscontrati nei giorni ancora precedenti. Occorre quindi capire.

IL SINDACO: I CONTI NON TORNANO

Cosicchè il sindaco Velia Nazzarro vuole vederci chiaro, ed ha scritto alla Asl, e sta procedendo motu proprio ad incrociare i dati forniti dalla Asl, le valutazioni regionali ed i riscontri detenuti motu proprio in sinergia con i medici di base.

L’ordinanza regionale comunque è efficace, non è escluso che il primo cittadino possa chiedere al governatore Marsilio di rivedere il provvedimento, contro il quale è ammessa solo l’impugnazione al Tar.

Molte attività sono al collasso, persone con attività già chiuse per quarantene si trovano ora a dover proseguire per la zona rossa, un vero e proprio disastro perdurante.

Tralaltro non cambia poi molto tra arancione e rosso, le persone proprio perchè hanno esigenze si spostano comunque, la gente esce e le forze dell’ordine probabilmente sono stanche anche loro di reprimere il popolo nè si può instaurare uno stato di Polizia e fermare ciascuno che si trova in strada.

LA ZONA ROSSA: PUNIZIONE SOLO PER LE ATTIVITA’ CHIUSE

Cosicchè la punizione è per le attività chiuse: abbigliamenti, parrucchieri, barbieri, e categorie inserite nelle restrizioni delle zone rosse, con l’assurda apposizione di nastri che nei centri commerciali dovrebbero impedire l’acquisto di determinati prodotti.

Carsoli inoltre è seriamente provata dal divieto di spostamento tra regioni, in quanto la sua economia risulta essere particolarmente produttiva nei contatti con la regione Lazio. Mesi e mesi di chiusure, e mentre quasi tutta Italia torna in arancione, con cinquanta contagi il territorio è in zona rossa. Non basta la punizione?

TERRITORIO AI MARGINI PAGA COLPE NON SUE

Il territorio di Carsoli dunque è messo ai margini, ormai da mesi. E piu’ che sull’incidenza dei contagi, si pagano colpe altrui, quelle di una assistenza sanitaria al collasso. E di questo passo, quando mai si potrà diventare zona gialla o pensare addirittura alla bianca? Una vera e propria utopia. Se si confrontano i sistemi sanitari delle regioni contigue Lazio Abruzzo si vivono situazioni diametralmente opposte. Solo che a chi ha fatto scempio della sanità abruzzese, gli si rinnova il vitalizio, tutti gli altri possono chiudere i battenti.

IL VOLONTARIATO ECCELLENZA TERRITORIALE CHE FRONTEGGIA IL VUOTO

Bisogna dire grazie al volontariato locale, Croce Rossa e 118, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, e le altre associazioni impegnate a tutto campo (Associazione Nazionale Carabinieri, Paracadutisti, Alpini)  che sopperiscono motu proprio alle carenze territoriali. Se non fosse per il volontariato infatti  che si prodiga in ogni modo per il bene del territorio, e per una azione incisiva a livello di istituzione locale, la regressione ed i danni sarebbero incalcolabili.