RAGUSA – Intervista a Natasha Pisana, Coordinatrice regionale Sinalp – Sportelli Zero Molestie in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne: 25 novembre!
Nel giorno dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne, il 25 novembre, la nostra redazione ha incontrato Natasha Pisana, coordinatrice regionale per la Sicilia dei Sinalp – Sportelli Zero Molestie. Con lei abbiamo parlato dell’iniziativa “Scontrino Zero Molestie”, una rete in continua espansione che coinvolge attività commerciali, istituzioni e professionisti, impegnati a diffondere il numero antiviolenza e stalking 1522.
D. Pisana, oggi è una giornata simbolica ma anche profondamente concreta. Partiamo da qui: che cosa rappresenta per voi il 25 novembre?
R. «È una giornata che invita a fermarsi, riflettere e soprattutto agire. Non è solo un appuntamento nel calendario, ma un richiamo alla responsabilità collettiva. Ogni donna vittima di violenza porta con sé una storia difficile, e troppo spesso la violenza resta sommersa, soffocata dalla paura o dall’omertà. Oggi dobbiamo ricordare che nessun atto di violenza è “privato”: riguarda tutti noi.»
D. “Scontrino Zero Molestie” sta registrando un numero crescente di adesioni. Qual è la forza di questa iniziativa?
R. «La forza è nella rete. Decine e decine di attività commerciali, enti, studi professionali e amministrazioni locali hanno scelto di stampare il 1522 sugli scontrini e di diffondere materiale informativo nei propri spazi. È un gesto piccolo, ma potentissimo: ricordare alle donne che un aiuto esiste, ed è vicino. L’iniziativa non mira soltanto a sensibilizzare, ma a dotare la Sicilia di un vero strumento di prevenzione, capillare e quotidiano.»
D. Qual è il valore aggiunto di questa rete?
R. «La rete permette di colmare vuoti che, da soli, nessuno riuscirebbe a superare. Il collegamento continuo tra sportelli, istituzioni e forze dell’ordine crea un contesto più sicuro, più attento, più umano. L’omertà, purtroppo, è una delle barriere più difficili da abbattere, e in certi casi uccide. Se un territorio intero decide di fare squadra, allora la donna non è più sola.»
D. Avete parlato spesso di interventi “delicati”. Di che tipo di situazioni si tratta?
R. «Sono tantissime le situazioni in cui siamo dovuti intervenire, sempre con estrema riservatezza. Dietro ogni richiesta d’aiuto c’è un dramma familiare, personale, psicologico. Alcune storie trovano una via d’uscita, altre sono più complesse e non immediatamente risolvibili. Il nostro compito è esserci, accompagnare, proteggere. Mai giudicare. E quando necessario attivare chi può intervenire in sicurezza.»
D. Cosa vi aspettate dai prossimi mesi?
R. «Continueremo con determinazione. La rete sta crescendo e stiamo ricevendo nuove adesioni ogni settimana. Il nostro obiettivo è rendere il messaggio del 1522 presente ovunque nella vita quotidiana, affinché ogni donna sappia che non è sola e che il suo grido può essere ascoltato. La giornata di oggi sia un momento di consapevolezza, ma anche un punto di partenza: riflettere, sì, ma poi agire.»