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Venticinque anni fa usciva “Vicovaro sacra” di Alberto Crielesi

Vicovaro – Vicovaro sacra. La Cappella di S. Giacomo e la sua Madonna (uscito nel 1996) è uno dei libri più noti di Alberto Crielesi e una delle più rilevanti pubblicazioni a proposito del Tempietto di Vicovaro, vero e proprio gioiello architettonico del Lazio (e non solo).

Diviso in tre parti, nella prima il libro dà rapidi Cenni storici a proposito del paese, e poi si concentra sui due protagonisti: la Cappella e il quadro della Madonna.

Per quanto riguarda la Cappella, Crielesi antepone una descrizione della storia della struttura (committenti, artisti che vi lavorarono – soprattutto Domenico da Capodistria e Giovanni da Traù detto il Dalmata – rovine e restauri) a una descrizione molto precisa e appassionante dell’aspetto artistico, tra esterno e interno.  L’obiettivo di questa parte è soprattutto sottolineare non solo la straordinarietà dell’edificio («uno dei monumenti più importanti della zona: coagulo tra l’arte tardo gotica e rinascimentale, tra la cultura napoletana e quella romana del Quattrocento»), ma soprattutto la vicenda tumultuosa che fino a noi l’ha condotto, ovvero i secoli di abbandono (dal XV al XVII) che la Cappella ha attraversato e sofferto.

Ma la parte forse più intrigante del libro è la terza, dove si racconta del famoso quadro della Madonna che nel Tempietto si trova e dei molteplici miracoli che ha prodotto. Come i vicovaresi sanno, il quadro si fregia infatti del mistero del movimento degli occhi (ripetuto tre volte: nel 1796, nel 1863 e nel 1931) e delle ondate di pellegrinaggio che il prodigio ha attratto dai paesi limitrofi. Crielesi, che comunque non rinuncia anche a uno sguardo “spirituale” nei confronti dell’evento («Miracolo dell’Arte, Miracolo della Fede» sono le ultime parole del libro), compie un’interessante operazione storica e antropologica nel confrontare questi accadimenti con altri similari avvenuti in varie parti d’Italia e soprattutto nell’interpretarli in relazione alle paure prodotte da grandi minacce: quella della Rivoluzione francese per il primo “miracolo”; quella dell’Unità d’Italia – dal punto di vista papalino – per il secondo; quello delle guerre mondiali per il terzo. Secondo quest’ottica, il “miracolo” – ci si creda o no – avrebbe anche importante compito storico-simbolico (nonché propagandistico) di amalgama di una comunità di fronte a un aggressore.

Grazie alla grande preparazione storica e critica di Crielesi – teste il ricchissimo bagaglio bibliografico che quest’opera, pure smilza, incorpora – il Tempietto e la Madonna rivivono dunque la loro fertile complessità (come monumenti, come miracoli, come eventi), all’interno di un libro che, a venticinque anni dall’uscita, rimane ancora un punto di riferimento fondamentale per l’argomento.