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Undici anni fa il sisma che colpì L’Aquila: la commemorazione del Sindaco e le parole del presidente Mattarella

L’Aquila – “Il silenzio, questa notte, ha il volto di chi abbiamo perduto, ha il respiro di una umanità che lotta contro una minaccia letale, ma quasi irreale nella sua non fisicità, perché materia dei laboratori di ricerca, perché patologia da ospedali. Allora, come oggi, piangiamo la morte avvenuta in solitudine, senza la consolazione dei propri cari”. Così il sindaco di L’Aquila, Pierluigi Biondi, intervenendo intorno alla mezzanotte nella breve ma intensa commemorazione delle 309 vittime del sisma ad 11 anni dalla tragedia che si è verificata alle 3.32 del 6 aprile 2009.

Una ricorrenza che si è svolta in una Piazza Duomo, dove un vigile del fuoco ha acceso un braciere, e nella chiesa di Santa Maria del Suffragio deserte per le restrizioni dettate dall’emergenza coronavirus che hanno impedito i tradizionali corteo e fiaccolata. Alla commemorazione oltre al sindaco hanno partecipato il prefetto, Cinzia Torraco, e il sindaco di Barisciano, Francesco Di Paolo, in rappresentanza dei comuni del cratere del sisma, su decisione dei comitati dei familiari delle vittime.

“Sono trascorsi undici anni dalla notte più lunga e dolorosa della nostra vita e oggi la ricordiamo nel silenzio assordante di Piazza Duomo, un silenzio che amplifica e aggiunge al dolore per i nostri cari, vittime del terremoto del 6 aprile 2009, il dolore per i caduti a causa del coronavirus”, ha detto ancora il sindaco. “Il ricordo della nostra tragedia è rafforzato da un sentimento unico e solidale che accomuna l’intero Paese, perché qui, in questa piazza deserta si compie il riconoscimento istituzionale e collettivo del lutto dell’Italia e non solo. Le nostre ferite, non sono solo la conseguenza di un evento drammatico. Il dolore, è stato ed è la spinta per un processo di rigenerazione che stiamo portando avanti con convinzione e determinazione. Il ricordo del 6 aprile 2009 viene interrogato, raccontato, portato alla luce ogni anno perché senza non potremmo dare valore e visione al futuro dei nostri figli. Il Rinascimento dell’Aquila – ha concluso Biondi – è l’esito del ricordo che diventa nutrimento per il futuro”.

“Il ricordo della notte del 6 aprile di undici anni or sono è impresso con caratteri indelebili nelle menti e nei cuori dei cittadini de L’Aquila e di tutti gli italiani”. Così in una lettera inviata al Comune dell’Aquila il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e letta dal sindaco, Pierluigi Biondi, nella breve commemorazione in occasione dell’undicesimo anniversario del sisma. “Un terribile terremoto portò morte e devastazioni, gettò numerose famiglie nella sofferenza e talvolta nella disperazione, rese inaccessibili abitazioni, edifici, strade, costringendo a un percorso fortemente impegnativo, prima di sopravvivenza, poi di ricostruzione”, ha scritto il capo dello Stato. “La ricorrenza di quest’anno si celebra in un contesto eccezionale, determinato da una pericolosa pandemia che siamo chiamati a fronteggiare con tutta la capacità, la responsabilità, la solidarietà di cui siamo capaci. Un’emergenza nazionale e globale si è sovrapposta a quell’itinerario di ricostruzione che gli aquilani stanno percorrendo, che ha già prodotto risultati importanti ma che richiede ancora dedizione, tenacia e lavoro”.

Il capo dello Stato ha sottolineato che “la ricostruzione de L’Aquila resta una priorità e un impegno inderogabile per la repubblica. I cittadini hanno diritto al compimento delle opere in cantiere, al ritorno completo e libero della vita di comunità, alla piena rinascita della loro città”. “Nel giorno dell’anniversario desidero rinnovare i sentimenti di vicinanza e solidarietà a tutti gli aquilani, a quanti nei paesi e nei borghi limitrofi hanno condiviso sia quei momenti tragici sia gli affanni della ripartenza, ai nostri concittadini di numerosi altri territori del centro Italia che, nel breve volgere di pochi anni, si sono trovati a vivere drammi analoghi e ora sono impegnati, come a L’Aquila, per restituire a se stessi e all’Italia la pienezza della vita sociale e i valori che provengono dalla loro storia”.

“In questo momento intendo rivolgermi a tutti i sindaci d’Italia, in particolar modo a quelli dei territori maggiormente colpiti dal coronavirus e ormai da settimane in prima linea, insieme al personale ospedaliero, in questa difficile battaglia: a loro dico che, nonostante il dolore, la profonda sofferenza e il sentimento di impotenza davanti alle migliaia di lutti che colpiscono familiari e amici devono assolutamente credere nella speranza, devono tornare a imparare a sperare insieme ai loro concittadini”, ha voluto sottolineare Biondi in una piazza Duomo deserta proprio per la ristrettezza causata dall’emergenza coronavirus. ”Non è un imperativo per la sopravvivenza, ma per un futuro nuovo, dove la speranza diventi fattrice di storia, tensione verso uno scopo, impegno per un nuovo umanesimo”.