REDAZIONE – Con l’arrivo di settembre, i boschi delle zone interne di Lazio e Abruzzo si trasformano in un vero e proprio paradiso per gli appassionati di funghi. Le prime piogge dopo l’estate e le temperature più miti creano infatti le condizioni ideali per la crescita dei funghi, rendendo questo mese il periodo più fruttuoso per le battute di ricerca.
Lungo la Tiburtina, la Turanense e nella Valle dell’Aniene, si notano una miriade di auto parcheggiate ai margini della strada: segno che i boschi circostanti sono stati presi d’assalto dai cercatori, armati di cestini e bastoni, pronti a inoltrarsi nei sentieri più nascosti.
Chi conosce bene la zona sa che il segreto del successo sta nelle cosiddette *poste*, ovvero i punti più umidi e ombrosi dove i funghi tendono a crescere in abbondanza. La loro individuazione è frutto di esperienza, osservazione e spesso gelosamente custodita da chi frequenta i boschi da anni.
Tra le varietà più ricercate spiccano i **porcini**, considerati i re dei funghi, apprezzati per il loro sapore intenso, e gli **ovoli**, delicati e pregiati. Tuttavia, la raccolta richiede prudenza: non tutti i funghi sono commestibili e alcune specie tossiche possono somigliare a quelle buone. Per questo è fondamentale avere competenze specifiche o rivolgersi agli ispettorati micologici delle ASL per il riconoscimento.
Il mese di settembre, dunque, non è solo occasione di scampagnate e giornate all’aria aperta, ma rappresenta anche una tradizione che lega intere comunità al territorio, tra passione, convivialità e attenzione alla natura.