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Tivoli condanna l’uscita della Turchia dalla convenzione di Instambul

Tivoli –  – La commissione Pari opportunità del Comune di Tivoli esprime sdegno e preoccupazione nell’apprendere la decisione del ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul e condanna tale decisione.

Nel 2011 il Consiglio d’Europa ha approvato la “Convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica” detta anche “Convenzione di Istanbul” per il luogo in cui fu ratificata e che l’Italia ha ratificato nel 2013 con entrata in vigore dal primo agosto 2014: anche il Comune di Tivoli, nel 2015, l’ha condivisa e sottoscritta.

«Esprimiamo estrema preoccupazione per la scelta del presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan di firmare un decreto per recedere dalla convenzione, che rappresenta la base di riferimento, a livello internazionale, per la protezione delle donne da ogni forma di violenza e discriminazione», dichiara la presidente della commissione Pari opportunità Francesca Chimenti, «strumento giuridico fondamentale che vincola gli Stati firmatari ad adottare una legislazione interna efficace per prevenire e punire le condotte di violenza fisica e psicologica, gli atti persecutori, la violenza sessuale, i matrimoni forzati, le mutilazioni genitali femminili, l’aborto e la sterilizzazione forzati, le molestie sessuali. Per la prima volta, con la Convenzione di Istanbul, la violenza sulle donne viene definita come una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione. Inoltre, viene ampliata la nozione di violenza, con l’inclusione anche di quella psicologica ed economica e una maggiore attenzione a quella domestica. La Turchia è il primo Stato a recedere dall’accordo, ma negli scorsi mesi anche altri Paesi, in particolare dell’Europa dell’Est, hanno manifestato tale intenzione o si sono espressi contro la ratifica del trattato. La decisione della Turchia del ritiro, l’intenzione dichiarata della Polonia di seguire la stessa strada e il voto contrario nel 2020 alla ratifica della Convenzione di Istanbul da parte di Ungheria e Slovacchia, rappresentano un notevole passo indietro per tutta la società civile rispetto alla tutela dei diritti umani fondamentali.  Come commissione continueremo a impegnarci per mettere in campo tutte le azioni politiche e di sensibilizzazione della comunità, necessarie a riaffermare il doveroso impegno da parte delle istituzioni ad attuare la Convenzione di Istanbul in ogni sua porzione, a partire dalle indispensabili azioni di prevenzione sociale e culturale volte a creare quella reale uguaglianza di genere che rappresenta oggi una meta ancora lontana».