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Tivoli, accattonaggio molesto, il sindaco risponde alle accuse di Pd e sindacati: “Sono da sempre vicino ai più deboli, la mia storia personale parla per me”

Il primo cittadino di Tivoli, Giuseppe Proietti, risponde alle accuse rivoltegli sui sociale a mezzo stampa all'indomani dell’approvazione in Consiglio comunale del nuovo regolamento di polizia urbana

Tivoli – «Il regolamento di polizia urbana approvato venerdì 23 ottobre scorso dal Consiglio comunale di Tivoli, ha purtroppo dato origine ad alcuni interventi pubblici – basati, spero, soltanto su un’incompleta informazione – da parte di chi se ne è fatto protagonista. Mi riferisco, in particolare, a quelli del capogruppo regionale del Pd Marco Vincenzi, e dei sindacati Cgil, Cisl e Uil di Roma. Marco Vincenzi ha dichiarato che nel Consiglio comunale “il sindaco con la sua maggioranza ha approvato l’introduzione del divieto di elemosina”. I sindacati ritengono “gravissima la scelta politica del sindaco Giuseppe Proietti di vietare di chiedere elemosina nella città di Tivoli”. Devo affermare categoricamente la non rispondenza al vero di entrambe le dichiarazioni. Il regolamento di polizia urbana approvato dal Consiglio comunale di Tivoli nella seduta del 23 ottobre non ha introdotto alcun divieto di elemosina; al contrario, dispone all’articolo 5, comma 1, lettera “n”, che: “È vietato raccogliere elemosine causando disturbo ai passanti”. Tale articolo ha confermato la modifica già disposta dal regolamento commissariale del 2010, il quale aveva modificato l’articolo 22 del regolamento precedente (1972), che disponeva: “È vietato mendicare in luogo pubblico o aperto al pubblico”. Quest’ultimo articolo, con il suo divieto assoluto, è stato in vigore per tutti gli anni nei quali Marco Vincenzi è stato sindaco di Tivoli.  In realtà, come è incontrovertibile, il sindaco Proietti – con l’approvazione del nuovo regolamento 2020 – ha limitato ai soli casi di disturbo ai passanti il divieto di elemosinare che, con il sindaco Vincenzi, era netto, assoluto e senza eccezioni. Questo, per ciò riguarda l’ambito delle responsabilità politico-amministrative. C’è però un secondo aspetto, nelle dichiarazioni di Marco Vincenzi, che riguarda la sfera personale dei principi etici e morali propri di Giuseppe Proietti. E che, siccome è stato evidenziato pubblicamente, ritengo abbisogni di una precisazione pubblica, rivolta soprattutto a chi mi ha voluto concedere la propria fiducia nello scegliermi a sindaco».

«Dunque, Marco Vincenzi dichiara che: “Vietare l’elemosina è un atto di crudeltà inaccettabile. Mi vergogno del sindaco di Tivoli, che si vanta spesso di essere un elettore di centro sinistra. Il sindaco di Tivoli Giuseppe Proietti, che annovera una carriera ultra decennale di alto dirigente del ministero dei Beni culturali, si è reso protagonista di una decisione disumana. Faccio appello affinché le donne e gli uomini che hanno a cuore i valori profondi della solidarietà si ribellino con tutte le iniziative prevista nella nostra legislazione affinché questa nota del Comune di Tivoli sia cancella”. Superando lo spirito di riservatezza che dovrebbe sempre riguardare gli aspetti privati della vita di ciascuno di noi, mi corre l’obbligo di raccontare qui, per la prima volta, pubblicamente, un pezzo della mia storia personale per far presente che ai valori profondi della solidarietà io cerco da sempre d’ispirarmi. Non soltanto in ragione della sensibilità ideale che una cittadinanza politica di sinistra dovrebbe aver propria verso le fasce deboli della comunità; ma anche nel mio operare concreto. Come ho fatto, ad esempio, negli anni immediatamente precedenti alla mia elezione a sindaco di Tivoli, quando dopo aver frequentato un apposito corso trimestrale di formazione, ho prestato la mia opera di volontario presso la mensa centrale della Caritas diocesana di Roma. Una sera a settimana, dalle 18 alle 21, senza mai saltare una sola presenza. Mentre, negli stessi anni, in un altro pomeriggio a settimana ero volontario in una casa famiglia della Caritas per malati di Aids. E toccando con questa esperienza i tanti problemi di chi – come sostengono ben a ragione i sindacati – vive una condizione di fragilità determinata dal proprio stato economico e sociale. È un’esperienza, quest’ultima, che tutti coloro che cercano di “governare” le comunità dovrebbero vivere».

«Un’ultima considerazione la debbo fare in relazione alla particolare situazione che la nostra comunità sta attraversando a causa della crisi socio-economica legata alla Covid-19. Il Comune di Tivoli, subito dopo l’inizio della pandemia, ha messo a disposizione un proprio conto corrente bancario per raccogliere fondi a sostegno di chi è in difficoltà. Chi è in condizioni di potervi contribuire, può farlo. Io l’ho fatto: non so se anche altri che hanno la possibilità di donare, lo abbiano fatto. Almeno sino a oggi».

Così risponde il sindaco Giuseppe Proietti al consigliere regionale del Pd Marco Vincenzi e ai sindacati Cgil, Cisl e Uil di Roma che hanno attaccato, sui social e sulla stampa, il primo cittadino di Tivoli all’indomani dell’approvazione in Consiglio comunale del nuovo regolamento di polizia urbana.