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Il terremoto dell’Aquila e l’impatto con le autostrade abruzzesi. Le testimonianze dei protagonisti

strada dei parchi terremotoIl terremoto di otto anni fa, rievoca la tragedia e con essa tutti i suoi effetti. Ma veniamo ad un approfondimento su ciò che accadde alle autostrade abruzzesi, ai viadotti che collegano Roma con la A24 e la A25 verso il litorale abruzzese e verso l’interno dell’Abruzzo. Strada dei Parchi, di fronte a quella tragica notizia, all’epoca mise in atto un piano operativo cercando di limitare il più possibile i disagi alla viabilità e permettendo il rapido passaggio dei soccorsi nei luoghi colpiti dal sisma. Le scosse che hanno interessato l’area, prima del 6 aprile, erano molto frequenti e in prospettiva di un eventuale intervento, Strada dei Parchi era preparata e pronta a intervenire per qualsiasi evenienza. Non si era preparati per una scossa così forte ma grazie ai presidi e ai sistemi di allerta della Polizia stradale, delle pattuglie dei viabili e delle 28 stazioni autostradali presidiate e della sala operativa, si è avuto “in tempo reale” il quadro della situazione.   La società di gestione del tratto autostradale si rese conto subito dei tanti e gravi danni causati ai viadotti, dovuti al “movimento sussultorio e ondulatorio del terremoto”. Si erano verificati dei disallineamenti nei giunti dei viadotti di circa 20 centimetri, tali da mettere a rischio la circolazione. Fu così, che si dispose la chiusura del tratto autostradale alle ore 03:40 dalla stazione di Tornimparte fino ad Assergi per controllare lo stato dei viadotti, facilitata anche dal fatto che a quell’ora, il traffico era completamente assente. I viadotti vennero tempestivamente messi in sicurezza per favorire il transito dei primi mezzi di soccorso alle zone terremotate. L’autostrada, in quell’occasione, divenne una vera e propria “arteria di transito” per i mezzi di soccorso diretti alle zone terremotate.Il tutto, venne gestito e coordinato dal Geometra Igino Lai, Direttore Generale Esercizio che si attivò immediatamente.  Svegliato in piena notte, dalle oscillazioni del sisma, avvertite nella sua casa di Roma, si informò sulla situazione telefonando alla sala operativa e raggiunse velocemente la zona terremotata. Lai visse di persona l’emergenza del terremoto in Irpinia, in provincia di Avellino. Quell’esperienza lo segnò profondamente e non lo abbandonò più. Proprio quel ricordo gli diede la forza di reagire di fronte a quella nuova realtà aquilana, dando tutte le indicazioni necessarie alle squadre di intervento di Strada dei Parchi. Lai chiuse, con la sua vettura, il tratto autostradale da Tornimparte per permettere alle squadre di intervento di fare i necessari controlli sullo stato dei viadotti dislocati lungo quel tratto fino ad Assergi.  Anche il Capo Ufficio Esercizio, Geometra Franco Pappalardo, venne allertato dal Direttore Lai ad intervenire sul posto insieme a tutti i comparti autostradali compresi quelli di Roma. Lai diede disposizione di issare un “Tricolore italiano” sulla parte più alta de L’Aquila come simbolo di coraggio, per esortare il popolo aquilano a reagire e allo stesso tempo a testimoniare davanti a tutta Italia che L’Aquila era ancora “in piedi” e che non si era piegata.  La bandiera venne issata su una torre radio presente a L’Aquila Ovest, alta 54 metri, dal geometra Pappalardo e dal collega Emiliano Burgamazzi. Ad oggi, il tricolore è ancora lì come a testimoniare un momento di fratellanza e il coraggio di una città ferita nell’animo che si sta rialzando e soprattutto “Per non dimenticare”