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Telefonia mobile: da innovazione rivoluzionaria a possibile motivo di dipendenza

BPWNE1Era il lontano 3 Aprile 1973, quando l’ingegnere Martin Cooper utilizzò per la prima volta un telefono cellulare, per dialogare con un potenziale concorrente nel mercato della telefonia mobile. Una telefonata che rivoluzionò per sempre i destini della comunicazione.

Dal 1983, anno del primo telefono cellulare della storia, le grandi aziende della comunicazione, su tutte Nokia, Motorola, Blackberry, hanno fatto a gara per immettere nel mercato modelli sempre più innovativi, tecnologici, al passo con i tempi. Tutto ciò almeno fino al 2008, quando Apple, con la sua tecnologia ai tempi pionieristica, ha generato un’ulteriore rivoluzione, alla quale poi le aziende concorrenti hanno dovuto uniformarsi.

Quello che nei primi anni della sua vita, sembrava un oggetto elitario, alla portata di pochi, il cui fine era essenzialmente quello di facilitare enormemente la comunicazione, oggi si sta trasformando in un oggetto essenziale, utile certamente, ma al contempo molto pericoloso.

In Cina la chiamano “Keichu”, in Gran Bretagna “Mobile-phone overuse”. Terminologie differenti, ma la sostanza non cambia: senza accorgersene, le persone stanno rischiando una dipendenza da cellulare, che potrebbe causare una perdita di contatto con la realtà. Quotidianamente osserviamo uomini e donne di ogni età, con il viso letteralmente incollato allo schermo del loro smart-phone, mentre la realtà che li circonda scivola via inesorabilmente.

Questo è certamente un fenomeno complesso, purtroppo in crescita negli ultimi anni e in continua ascesa in Italia. Un fenomeno che potrebbe avere ripercussioni dannose a livello tanto fisico quanto psicologico.

Diversi studi al riguardo dimostrano come l’uso eccessivo delle tecnologie mobili possa causare insonnia, stress, sintomi di depressione, specialmente nei giovanissimi.

Senza calcolare gli effetti negativi che tale dipendenza può causare sulla psicologia umana: sempre più frequentemente, infatti, si utilizza la comunicazione mobile come surrogato di quella vis-à- vis, specialmente per aggirare possibili difficoltà o ansie legate alle relazioni.

Chiaramente non è facile tracciare una linea di confine tra un uso normale di tali tecnologie e un uso smodato, prossimo alla dipendenza; tuttavia è bene quantificare la cosa prima che ci sfugga di mano.

 

(Antonio Di Francesco)