Sviluppo sostenibile in Abruzzo: riflessioni a un mese dalla scadenza dell’avviso regionale
di Giancarlo Odoardi
La Regione Abruzzo ha lanciato l’11 aprile 2025 un avviso pubblico per acquisire manifestazioni di interesse finalizzate alla territorializzazione della Strategia Regionale e Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, in linea con l’Agenda 2030. L’iniziativa, inserita nell’Accordo con il Ministero dell’Ambiente (MASE), offriva alle amministrazioni pubbliche (di Abruzzo, Marche e Umbria) l’opportunità di collaborare su tre direttrici: coerenza delle politiche, cultura per la sostenibilità e partecipazione territoriale.
Con scadenza al 12 maggio 2025, l’avviso prevedeva la sottoscrizione di Accordi di Collaborazione con risorse finanziarie dedicate e un cronoprogramma di attività fino al maggio 2026.
Per valorizzare questa opportunità, ho intrapreso un’azione di sensibilizzazione rivolta a tutti i comuni abruzzesi, fornendo proposte progettuali concrete su mobilità ciclistica (piattaforma OSMOCI – www.osmoci.it) e compostaggio per la gestione dei rifiuti organici (Mondocompost – www.mondocompost.it). Queste soluzioni operative, specificamente elaborate per supportare l’adesione al bando, erano immediatamente implementabili e allineate con gli obiettivi dell’Agenda 2030.
Nonostante il contatto capillare con tutte le amministrazioni comunali, la risposta è stata sostanzialmente assente. In alcuni casi ho anche riscontrato evidenti difficoltà nell’approccio al bando, suggerendo che la complessità procedurale possa aver costituito un ostacolo per amministrazioni già impegnate nella gestione di molteplici priorità e con risorse limitate.
A un mese dalla scadenza, mi interrogo su quali e quante manifestazioni di interesse siano state effettivamente presentate. La Regione Abruzzo, insieme agli enti che hanno eventualmente aderito, è riuscita a raccogliere quel patrimonio di competenze necessario per dare concreta attuazione agli obiettivi previsti dall’avviso?
La qualità e quantità delle adesioni determineranno l’efficacia dell’intero processo di territorializzazione e la possibilità di attivare gli Accordi di Collaborazione previsti, con il conseguente avvio delle attività programmate.
Per quanto a me noto, l’esperienza evidenzia la complessità della territorializzazione delle strategie di sostenibilità. Non si tratta di trasferire semplicemente obiettivi dal nazionale al locale, ma di costruire percorsi partecipati che considerino specificità territoriali e capacità operative degli enti.
I settori della mobilità sostenibile e gestione rifiuti, pur cruciali per l’Agenda 2030, richiedono competenze multidisciplinari non sempre disponibili nelle amministrazioni locali. Questo sottolinea l’importanza di prevedere forme di accompagnamento tecnico per gli enti che intendano impegnarsi in percorsi di innovazione.
Indipendentemente dall’esito specifico, l’iniziativa regionale mantiene valore strategico come modello di approccio alla sostenibilità territoriale. L’esperienza può fornire indicazioni per perfezionare future iniziative attraverso meccanismi di pre-informazione più articolati, sessioni di accompagnamento alla progettazione e reti di competenze di supporto.
La territorializzazione della sostenibilità è una sfida di lungo periodo, che comunque viene da lontano (l’Agenda 2030 nasce ben dieci anni fa), che richiede persistenza e miglioramento continuo. L’impegno di tutti gli attori – regioni, enti locali, società civile – nell’adottare strategie di sviluppo sostenibile rimane prioritario e iniziative, come quella richiamata, rappresentano passi importanti verso la costruzione di quella cultura della sostenibilità che costituisce il fondamento di ogni autentico cambiamento territoriale.
Giancarlo Odoardi