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Subiaco; Pelliccia dichiarazioni shock in conferenza stampa: “basta odio, aiutatemi ad aiutare la città”

sindaco subiaco francesco pellicciaSubiaco – Si rivolge ai rappresentanti delle forze politiche e ai cittadini, il Sindaco di Subiaco, Francesco Pelliccia, per manifestare contro l’ondata di diffamazione sterile che caratterizza un’opposizione forse ancora stretta nella morsa del rancore elettorale.  A seguito dell’ennesima denuncia, il Sindaco Pelliccia si rivolge ai cittadini di Subiaco, ai quali vuole far luce sulla strategia di denigrazione personale messa in atto nei suoi confronti.

“Non è questa la politica che mi interessa, che ha animato la mia passione giovanile, che mi ha fatto impegnare i migliori anni della mia vita nella causa dell’interesse comune. Se l’intento è quello di togliermi di mezzo, dico ai promotori di tali iniziative che questo metodo sta avvelenando i pozzi della politica sana, basata sulle proposte e sul confronto di idee. Se non si capisce che questo metodo delegittima oltre a me, anche Subiaco, i suoi cittadini e la politica stessa, si è davvero miopi.” Queste le parole del Sindaco Pelliccia, che, indignato dal tenore e dalla frequenza delle accuse a lui rivolte, lancia un appello sincero per risvegliare il senso di collaborazione e frenare una campagna diffamatoria che non fa altro se non interrompere e ostacolare l’attività amministrativa quotidiana.

Temi cruciali per il territorio, nonché di rilevanza collettiva, sono costantemente oggetto di esposti e accuse d’illecito, nella maggior parte dei casi dimostratesi azioni di mero boicottaggio politico. Dall’avvio della riconferma elettorale, rivela il Sindaco Pelliccia, innumerevoli sono state le denunce ed esposti personali, con l’unico scopo di delegittimare ed esautorare l’uomo, oltre che la figura.

Un richiamo viene poi rivolto allo Stato, del quale gli amministratori locali sono filtro e cassa di risonanza. Alcuna tutela viene infatti fornita a garanzia dell’attività amministrativa, soprattutto se posta all’interno di un momento storico come il nostro, in cui Sindaci e Amministratori sono sempre più spesso sfogo di una cittadinanza al limite della sopportazione. “Sindaci soli sul territorio, bersagli privi di tutela e vittime di un uso strumentalizzato e distorto di denunce ed esposti”.

A concludere la conferenza stampa è un ulteriore appello del Sindaco, che dichiara “la contrapposizione, laddove sia necessaria, sia sulle idee, sulle visioni e sul bene della nostra città. Su null’altro.”

Questo il testo delle dichiarazioni del Sindaco:

 

Ho convocato questa conferenza stampa per alcune importanti comunicazioni.

ho appreso oggi, ufficiosamente,con mio grande rammarico, una probabile apertura di indagine nei miei confronti, a seguito di una querela sottoscritta dai Consiglieri Sig.ri Matteo Berteletti, Emanuele Rocchi e Gianfranco Trombetta,i quali hanno ipotizzato la commissione del reato di concorso in corruzione elettorale per la  presunta promessa ai lavoratori di una cooperativa di assistenza educativa di una proroga contrattuale in cambio del voto elettorale.

Essendo a questo punto probabile, da parte degli organi competenti un approfondimento di indagine,  immagino che potrei essere raggiunto nei prossimi giorni da un avviso di garanzia, con ipotesi di reato che credo risultino incredibili a chiunque conosce la mia storia personale e la storia di questa Città.  Ed è giusto che prima che ciò accada (anche se certamente spero non accada) e che quindi il sottoscritto venga rubricato come indagato, lo comunichi a tutti voi.

E’ una situazione paradossale e assolutamente intollerabile per chi per anni, dall’inizio del suo mandato, da quell’ormai lontano maggio 2011, si è impegnato con determinazione quotidiana, insieme ad altri preziosi collaboratori animati dallo stesso sentimento, a ripristinare la legalità e la buona amministrazione in un comune che era stato distrutto, vilipeso, calpestato da mala gestione e disinteresse totale per la città.

Sul caso faranno certamente luce le autorità preposte ma non posso più accettare un clima politico di questo tenore dove non si contende sulla proposte, idee e progettualità ma dove l’interesse unico è l’abbattimento dell’avversario.

Devo sottolineare che ogni cosa che si è mossa in questa città in questi ultimi anni, è stata oggetto di esposto, accompagnato da ipotesi di fantomatici illeciti: da Livata, a innumerevoli opere pubbliche anche per la ristrutturazione delle scuole, a MoraschiPiatti, ai bandi di gara, alle manifestazioni pubbliche, agli inserimenti di personale, a banali procedimenti amministrativi divenuti incredibilmente motivo di fantomatiche scorrettezze.  E per questo, già in passato  ho dovuto sopportare, con grande sofferenza, di essere sottoposto a procedimenti senza che nessuna responsabilità, anche allora, mi poteva essere imputata. Ma l’accanimento di questi ultimi tempi è senza precedenti ed assolutamente intollerabile: esposti anonimi, altri con nomi di fantasia, ma anche firmati da rappresentanti politici.

Un’azione tutta tesa a generare tensione, insicurezza, angoscia.

Una cultura del sospetto alimentato da portali e personaggi locali che invece di mettere le proprie energie a disposizione della crescita culturale della città la fanno regredire e danno sfogo agli istinti più beceri. Ecco perché questa città è rimasta per anni indietro: perché una politica individualista e dannosa ha sempre reso difficile e complessa ogni innovazione, molto più che altrove.

Come se non bastasse negli ultimi mesi, dall’avvio della scorsa campagna elettorale, sono continuamente oggetto di esposti e denunce personali tutti finalizzati ad un unico fine: delegittimare e distruggere la mia persona, in una serie di attacchi che io, sicuro della correttezza del mio agire, ritengo tutti infondati e di cui ritengo che a Subiaco non si sono mai visti precedenti.

Dove non si è riusciti a superare l’avversario politico con il metodo democratico si cercano altre strade, meschine, per delegittimare l’antagonista, con l’intento di annientarlo come uomo, distruggendone l’immagine, la sua coerenza, la storia personale, i sogni e l’ambizione, pur di raggiungere i propri scopi politici.

E pazienza se dietro a tutto ciò c’è un uomo, con le sue ambizioni, le sue visioni, le sue speranze, i suoi limiti e soprattutto con i suoi sentimenti.

Non è questa la politica che mi interessa, che ha animato la mia passione giovanile, che mi ha fatto impegnare i migliori anni della mia vita nella causa dell’interesse comune. Se l’intento è quello di togliermi di mezzo, dico ai promotori di tali iniziative che questo metodo sta avvelenando i pozzi della politica sana, basata sulle proposte e sul confronto di idee. Se non si capisce che questo metodo delegittima oltre a me, anche Subiaco, i suoi cittadini e il confronto politico stesso, si è davvero miopi.

Si è miopi se non si comprende che questo clima d’odio, incentrato sulle persone, divide e distrugge la comunità, perché senza fiducia e dialogo fra le sue componenti, non c’è  e non i può essere alcun progresso.

Non ho alcun interesse a mantenere un ruolo per il gusto di mantenerlo o per esercitare chissà quale prerogativa. Non mi interessano le mostrine e la collezione di ruoli fini a se stessi. Io voglio solo servire la mia città e occuparmi di essa con energia, passione, non risparmiandomi neanche un giorno, vivendo anche notti insonni, ma con entusiasmo e serenità. Se fossi convinto che le mie dimissioni servissero al bene della comunità di Subiaco non esiterei a presentarle oggi stesso, pubblicamente. E oggi lo avrei fatto, stanco di questo infruttuoso clima, se uomini e donne che mi sono in questo momento seduti accanto non mi avessero convinto che così facendo avrei spento la speranza in molti e avrei messo fine ad un percorso di politica costruttiva, troppo prezioso per questa città, che tanti cittadini hanno permesso di realizzare in questi anni, con i contributi più disparati.

E vi assicuro, in totale sincerità, che mi risparmierei tante sofferenze ed amarezze personali che il mio ruolo mi sta riservando, che in molti momenti sono insostenibili.

Ma se qualcuno ritiene di poter trasformare il legittimo confronto politico in qualcos’altro io non ci sto, se pensa di poter avere via libera con questi metodi io non posso cedere, perché ciò non fa l’interesse di Subiaco, né dalla sua gente, che è il motore di tutto il mio agire.

Se la mia azione politica dovrà essere incentrata a difendermi da infamanti accuse oggi, domani e dopodomani senza che possa occuparmi dei problemi dei cittadini e delle prospettive per la città, questo sarà a danno di tutti i cittadini.

Forse cosìqualcuno vincerà poi le prossime elezioni! Ma, attenzione, governerete sulle macerie di una comunità, della cui distruzione io non voglio essere chiamato a essere corresponsabile. Io non accetto questo tipo di politica;chi, non avendo altri argomenti, pensa di usare questi strumenti per eliminare l’avversario si assumerà le sue responsabilità, io non voglio più partecipare a questo clima pesante, di continue tensioni e accuse continue,  infruttuoso e conflittuale.

Ed a questo si aggiunge un’azione politica di certa opposizione tesa esclusivamente ad attaccare la mia persona, nell’ambito di una strategia comunicativa che sembra appositamente disegnata. Ma di tutto questo impegno continuo ad infangare e delegittimare, descrivendo comportamenti ordinari come inqualificabili, qual è il frutto utile per la città e tutti i suoi cittadini?

Sono deluso e amareggiato anche verso l’attuale clima di caccia alle streghe, diffuso ormai su tutto il territorio nazionale,  e di come lo Stato non si ponga il problema di tutelare maggiormente i propri Sindaci, soggetti ad attacchi continui da ogni parte, costretti a fronteggiare tutte le emergenze economiche, sociali, del proprio paese, e in più assoggettati a norme che lo rendono potenziale vittima di continui attacchi giudiziari per ogni singolo atto compiuto, solo perché al momento è di moda il colpo di teatro, la denuncia, la querela.

E’ inaccettabile che un Sindaco che si sta battendo da anni per la legalità e la correttezza, per salvare l’ente da un fallimento contabile certo, per far tornare a lavorare l’amministrazione pubblica come dovrebbe, si debba sentire abbandonato e anzi, debba percepire che si presti facile fede a qualunque accusa a prescindere dalla sua storia personale.

Capisco che ciascuno deve fare il suo e che l’equilibrio dei poteri sia un presupposto di garanzia costituzionale. Ma non posso accettare questo clima in cui ogni giorno un Sindaco finisce in prima pagina e viene devastato personalmente, spesso senza che poi alla fine emerga alcuna sua mancanza o scorrettezza amministrativa.

Mi si risponderà che lo prevede l’ordinamento. Non ho remore a sostenere che un ordinamento siffatto, in cui nessun filtro viene utilizzato per tutelare le istituzioni stesse, non incentiva le persone oneste, ma dà invece forza ai disonesti che utilizzano il potere giudiziario per distruggere l’immagine di chi è in prima linea, con onestà e dedizione, per fare in modo che non vi sia spazio alcuno per nuovi germogli di politica virtuosa e responsabile, ma che, al contrario, tutto rimanga esattamente com’è.

Se un Sindaco, ormai bersaglio quotidiano di ogni insoddisfazione, dovesse dimettersi per ogni avviso di garanzia ricevuto saremo uno Stato senza più rappresentati nelle comunità locali. Ma ciò, e lo dico anche a nome di bravissimi colleghi, colpiti, loro malgrado, da situazioni analoghe, non è più sostenibile. Attenzione: perché questo cortocircuito rischia di allontanare dalle amministrazioni locali uomini e donne animati dai i più nobili presupposti di servizio pubblico che in queste condizioni non potranno rendersi più disponibili a ruoli così delicati ma sovraesposti e senza tutele.

Ed oggi, inoltre, non posso non dispiacermi per tutti quegli uomini e donne che, insieme a me, proprio in questo momento, stanno lavorando animati dai più alti ideali per servire al meglio la propria comunità. E non voglio che l’impegno pulito, vero, autentico messo in campo dai consiglieri, la loro reputazione e la loro professionalità, possano essere accostate alle fantomatiche nefandezze che mi vengono o mi verranno presumibilmente attribuite. Colgo l’occasione per ringraziare i consiglieri della maggioranza che mi hanno confermato tutta la loro fiducia e sostegno in questa occasione, perché sono i rapporti umani che rendono valore ai progetti politici, e non altre dinamiche utilitaristiche.

Ho costruito il mio impegno civile sull’onesta, la trasparenza, la correttezza. Ai miei ragazzi, quando ero capo scout, ho detto tante volte che questi principi non vanno enunciati: ma vanno testimoniati, con la propria vita, con le piccole e grandi scelte quotidiane. Ed immaginare che quegli adolescenti di ieri, oggi uomini e donne, possano non trovare più in me coerenza con quanto gli ho professato con tutte le mie energie è il dolore più grande che io possa avere.

Non sono affatto infallibile, sono limitato, come tutti gli uomini, sicuramente ho commesso degli errori. Li ho compiuti cercando sempre di ottenere il meglio per la nostra città. Mi si può definire incapace, incompetente, ingenuo e ogni altro epiteto immaginabile: fa parte della legittima valutazione soggettiva di ogni cittadino,  ma non posso accettare di essere tacciato di non perseguire la legalità.

Oggi rivendico con orgoglio di aver fatto ogni giorno del mio meglio per servire la mia città, dando tutto ciò che posso per il bene comune e per partecipare alla costruire un nuovo modello di città, fatto di impegno civile, di coesione, di cittadinanza attiva.

Su questo ciascuno può poi esprimere il proprio legittimo giudizio di merito ma ciò che ci tengo a dirvi, con tutta la convinzione di cui dispongo, è che l’ho fatto sempre con la massima onestà.

Certo, anche con i miei evidenti limiti umani, ma in contrapposizione a chi ritiene di usare le armi giudiziarie per vendette personali e giochi di potere e non sa coltivare sogni per migliorare la condizione dell’uomo.

Oggi sarebbe più facile e liberatorio gettare la spugna e tornare ad essere un semplice cittadino. Ma, pur provato da innumerevoli pesi, non lo farò. Sarebbe per me, aldilà della liberazione immediata, accettare che quella Repubblica che ho giurato di servire non è più in grado di tutelare i propri rappresentanti. Sarebbe accettare il fallimento di quelle Istituzioni, per le quali, per predispormi al loro servizio, sin da adolescente, ho speso tutta il mio percorso formativo.

Voglio, nonostante tutto, a continuare a credere in questo Paese ed a continuare a mettere a servizio della città tutto ciò che posso, fino a che i cittadini di Subiaco mi riconosceranno come loro rappresentante.

Ma in questo momento vi chiedo di aiutarmi o meglio di aiutare Subiaco. Chiudiamo questa spirale di odio, di pesantezze, di ingiustizie e impegniamoci tutti affinchè la contrapposizione, laddove sia necessaria, sia sulle idee, sulle visioni e sul bene della nostra città. Su null’altro. Non nutro rancori e non voglio che fronte di questi fatti vi siano nuove contrapposizioni. Da oggi ricominciamo. Ciò non posso farlo da solo e pertanto chiedo aiuto a tutti voi, cittadini e attori dei media. Censuriamo tutti insieme comportamenti conflittuali. Valorizziamo le progettualità, le idee, i percorsi costruttivi e mettiamo all’angolo il gossip politico che attacca le persone. Le parole spesso sono più violente di ogni cosa. Non si tratta di fare un favore a me ma di rendere un servizio alla città che potrà crescere solo ed esclusivamente con questo scatto in avanti, più di ogni intervento o opera pubblica.

Vi ringrazio per l’attenzione e spero vivamente che questa vicenda, per me dolorosa, serva almeno a farci fare un salto in avanti.

Francesco Pelliccia