Un’operazione antidroga di vasta portata, condotta dalla polizia brasiliana nelle favelas della Zona Nord di Rio de Janeiro, in particolare nei Complessi di Alemão e Penha, ha causato un alto numero di vittime, segnando una delle giornate più violente nella storia recente della città.
Il raid, avvenuto il 28 e 29 ottobre 2025, è stato lanciato dal governatore Cláudio Castro contro il cartello del narcotraffico noto come Comando Vermelho, con l’obiettivo di contrastarne l’espansione territoriale. All’operazione hanno preso parte oltre 2.500 agenti delle forze dell’ordine, con il supporto di veicoli blindati ed elicotteri.
Gli intensi scontri a fuoco con i trafficanti hanno trasformato le favelas in un campo di battaglia, con barricate costruite utilizzando autobus incendiati e raffiche di proiettili. Il bilancio delle vittime è stato oggetto di diverse segnalazioni: le autorità statali hanno inizialmente riportato 64 morti, tra cui quattro agenti di polizia e 60 presunti criminali “neutralizzati”. Tuttavia, alcune fonti giornalistiche hanno stimato che il bilancio complessivo potesse superare le 130 vittime.
Nonostante l’ampiezza dell’operazione, il principale ricercato, Edgar Alves Andrade, detto Doca da Penha, leader del Comando Vermelho, non è stato catturato ed è rimasto latitante. L’evento ha suscitato forti reazioni, con i media locali che hanno descritto la situazione a Rio de Janeiro come uno “stato di guerra”.
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