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Stop a captazione acque Aniene, in azione WWF e pool di associazioni

ermiamo la devastazione di un’area di assoluto pregio del Parco regionale dei M.Simbruini Le associazioni a fianco dell’Ente Parco e delle popolazioni locali contro il progetto di un’ulteriore captazione idrica nell’alto corso del fiume Aniene. "Fermiamo la devastazione di un’area di assoluto pregio del Parco regionale dei M.Simbruini"

Subiaco – “Abbiamo appreso con preoccupazione – attraverso la pubblicazione del parere di diniego al nulla osta urbanistico  rilasciato dall’ente Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini in ordine all’iter di valutazione di incidenza di un progetto, presentato dalla Segreteria Tecnico Operativa di ACEA ATO2, di bonifica e potenziamento dell’acquedotto denominato “del Cerreto” nel territorio dei comuni di Jenne e Subiaco (Roma), interamente incluso all’interno dell’area protetta.  Si tratta in realtà della costruzione di un acquedotto interamente nuovo, di capacità molto maggiore del precedente, che corre per circa 10 km attraverso le ZSC “Alta valle del fume Aniene” e “Grotta dell’Inferiglio”  della rete Natura 2000. La possibilità dell’ ”opzione zero”, cioè di un restauro del vecchio acquedotto, che pure è prescritta dalle norme per interventi nelle aree  Natura 2000 non è di fatto presa in considerazione.

Il progetto insiste principalmente su un tratto di strada sterrata lungo il fiume Aniene, tra le località di Comunacque e Villa di Nerone e prevede lavori di scavo per la posa in opera di tubature unitamente alla predisposizione di zone deputate a cantiere, in un’area già in parte interdetta al traffico veicolare per il particolare pregio degli ambienti naturali attraversati.

Ricordiamo infatti che l’area interessata ha caratteristiche di ecosistema fluviale relitto e  ospita numerose specie vegetali e animali di interesse comunitario, molte delle quali ad alto grado di vulnerabilità: parliamo in particolare della Pinguicola di Anzalone (Pinguicula vulgaris subsp. Anzalonei), endemismo geneticamente unico in Italia, presente con alcune stazione proprio lungo il corso del tratto stradale interessato dai lavori. e del raro Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes), anch’esso presente con un sito di riproduzione unico in un’area destinata dal progetto a deposito di cantiere e stoccaggio delle terre di risulta.

Il tratto interessato ospita inoltre siti di riproduzione di numerose specie di anfibi e uccelli quali la Salamandrina di Savi (Salamandrina perspicillata), il Tritone punteggiato (Lissotriton vulgaris) e il Tritone italico (Lissotriton italicus), la Rana appenninica (Rana italica), il Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), il Martin pescatore (Alcedo atthis) e la Ballerina gialla (Motacilla cinerea) oltre ad essere sito di nidificazione per ardeidi e rapaci notturni.

La presenza di uno dei corsi d’acqua più importanti della Regione, posto a cerniera tra le due aree dei Monti Simbruini e dei Monti Affilani, rende l’area particolarmente sensibile anche per specie maggiori come il Lupo appenninico (Canis lupus italicus) e l’Orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus). Proprio per quest’ultima specie in tempi recenti sono state raccolte segnalazioni di presenza in zona che lasciano supporre come l’area interessata funga da corridoio ecologico e assuma quindi un valore ancora più critico in una fase di accertata espansione dell’areale della specie. 

 

Appare evidente come i lavori proposti – che prevedono una cantierizzazione a carattere industriale di lunga durata, con conseguente utilizzo del tratto stradale per la movimentazione di mezzi e carichi pesanti, il rischio di sversamento di liquidi industriali, il deposito di materiali, il massiccio uso di gettate di calcestruzzo destinate a rimanere sul posto,  e lo stoccaggio di terre di risulta – siano totalmente incompatibili con le peculiarità naturalistiche dell’area interessata e con la tutela e il rispetto delle specie animali e vegetali citate.

 

Plaudiamo pertanto all’operato del Parco che ha prontamente e diligentemente opposto diniego motivando il parere con una approfondita analisi tecnica e riteniamo che non esistano mitigazioni  che possano consentire un’opera del genere in quel contesto.

Ci chiediamo altresì quali possano essere le conseguenze di questo progetto di ampliamento sul delicato tema del prelievo delle acque del bacino dell’alto corso del fiume Aniene e del suo deflusso minimo vitale, già pesantemente aggravato dalle captazioni operate presso la sorgente del Pertuso e dai numerosi impianti di sfruttamento elettrico presenti, le cui attività hanno portato in anni recenti anche a diversi episodi di temporanea secca di lunghi tratti, con conseguente impatto sulle specie fluviali ospitate ma anche sulle numerose attività produttive e ricreative che orbitano intorno al corso del fiume

Alla luce di quanto espresso, in considerazione dell’impatto del progetto sul delicato ecosistema fluviale dell’alto corso dell’Aniene, le associazioni supportano l’operato e il parere già espresso dall’ente Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini e si riservano di vigilare affinché il progetto sia definitivamente bocciato in sede di valutazione di incidenza .Al tempo stesso le associazioni desiderano portare il tema all’attenzione delle amministrazioni locali e di tutti quei soggetti sociali ed economici che sperimenterebbero pesanti conseguenze dall’alterazione permanente di un ecosistema ancora miracolosamente integro, ritenendo sia necessario un fronte comune fra le ragioni ambientali e quelle della società civile contro l’ennesimo progetto di sfruttamento del patrimonio idrico regionale. 

WWF Lazio – Postribù – LIPU Lazio – Salviamo l’Orso – Italia Nostra, sezione “Aniene e Monti Lucretili” – Pro Natura Lazio – ALTURA Lazio