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Sospesa e senza stipendio l’insegnante abruzzese in protesta contro il Green pass

Collarmele. La maestra contraria al Green Pass, Alba Silvani, dopo il suo sciopero della fame e della sete, è stata sospesa dall’insegnamento e le è stato tolto lo stipendio come stabilito dal decreto governativo.

Il provvedimento è stato adottato dalla dirigente della scuola dell’Infanzia “Fontamara” di Pescina da cui dipende il plesso di  Collarmele.

“Come ho precisato dall’inizio della mia protesta”, spiega la maestra, “non ritengo sbagliato il green pass in quanto tale ma penso che sia ingiusto che per poter lavorare si debba pagare. Perché di questo si tratta :  il governo ha concepito l’obbligo del green pass a pagamento come una vera e propria punizione per chi non intende vaccinarsi. Lo ha detto chiaramente il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta quando ha dichiarato che il green pass “è geniale perché aumenta il costo  psichico ed economico” per chi decide di non vaccinarsi. Che governo democratico è quel governo che ricatta i cittadini? E’ mai  possibile che in un Paese che pone il lavoro alla base della propria Costituzione si costringano i lavoratori a pagare una vera e propria tassa per poter esercitare questo diritto? Se il green pass è una misura di controllo sanitario, e quindi di monitoraggio  della diffusione del virus,  così come dovrebbe essere, allora dovrebbe essere gratuito come gratuito è il vaccino”.

“Per questo motivo”, sottolinea la Silvani, “ho scritto al presidente della Regione Marco Marsilio per chiedere che la Regione Abruzzo destini degli appositi fondi per il pagamento del green pass, tanto più che per alcune categorie come quella degli insegnanti la percentuale dei vaccinati è ormai vicina al 100%. E’ stato lo stesso Marsilio a dichiarare che non si può rendere la vita impossibile a chi non vuole fare il vaccino, e del resto la scelta del green pass gratuito è già stata adottata da alcune Regioni. Se lo Stato ha deciso che il vaccino debba essere facoltativo perché non intente farsi carico delle conseguenze degli effetti collaterali che esso può produrre, allora sia coerente e non costringa chi ha dei dubbi al riguardo a sottostare alla sanzione del green pass a pagamento”.

“Del resto”, continua, “è molto strano che dopo  quasi due anni non si siano ancora trovate delle cure per combattere la pandemia. La verità è che le cure ci sono e sono anche efficaci ma non vengono messe a disposizione dei cittadini perché le multinazionali del farmaco hanno tutto l’interesse a puntare esclusivamente sui vaccini. So bene che  qualcuno considera  la mia una battaglia “di principio” e pensa che probabilmente non porterà a dei risultati”, conclude la maestra, “ma quando si è di fronte ad una palese ingiustizia i principi contano e la lotta, condotta in modo civile e nonviolento, merita di essere portata fino in fondo”.