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Sanità marsicana abbandonata, i sindaci chiedono soluzioni e riapertura dei punti di pronto intervento

L’emergenza coronavirus ha fatto venire al pettine problematiche già  in passato denunciate  da cittadini e territori ma che ora prendono forma in modo più delineato. Proprio per tale motivo, con il passare dei giorni e con una fase che potrebbe portare alla fine della fase uno, anche i sindaci  protestano per una situazione di abbandono.

Mentre la linea dei contagi mantiene da qualche giorno  un andamento costante tendente verso un calo consistente, esplode  la polemica per la mancata riapertura dei punti di pronto intervento degli ospedali marsicani. Ieri il sindaco di Collarmele, Tonino Mostacci,  ha lamentato che la Giunta Regionale ha dimenticato il territorio marsicano.

“Vengono fatti investimenti sanitari a destra e a manca – ha dichiarato il sindaco al quotidiano «Il Messaggero» – mentre l’ospedale di Avezzano è completamente marginalizzato e gli ospedali di Pescina e Tagliacozzo abbandonati. Qui l’unica soluzione è la secessione dall’Abruzzo”.

Il primo cittadino ricorda anche che nel mese di marzo i sindaci marsicani hanno sottoscritto un documento, inviato al presidente Marsilio, chiedendo potenziamento delle strutture sanitarie e dell’ospedale di Avezzano, ma ad oggi non c’è stata alcuna risposta.

Anche il  sindaco di Pescina, Stefano Iulianella, è più volte intervenuto sulla questione sanità, sollecitando la riapertura dei punti di primo intervento e di  potenziare la sanità marsicana.  Il primo cittadino di San Benedetto, Quirino D’Orazio, oltre a firmare il documento di protesta insieme a tutti gli altri primi cittadini, ha sollecitato gli stessi interventi in più occasioni, mentre il comitato per la difesa dei piccoli ospedali ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Avezzano per denunciare la chiusura del punto di primo intervento di Tagliacozzo, situazione che ha lasciato un vasto territorio scoperto proprio durante l’emergenza.