Nel cuore antico di San Polo dei Cavalieri, tra i vicoli stretti e le pietre intrise di memoria, si erge la Torre campanaria della Chiesa Parrocchiale di San Nicola di Bari.
È più di una semplice costruzione: è un simbolo, una sentinella del tempo, una voce che attraversa i secoli per parlare al presente.
L’orologio che domina la torre non è soltanto un meccanismo che scandisce le ore. È il battito costante del borgo, il respiro regolare della vita che vi scorre.
Ogni rintocco delle sue campane racconta una storia: annuncia una nascita, accompagna un matrimonio, saluta chi parte e chi torna, e infine, con tono solenne, accompagna l’ultimo viaggio.
È un suono che unisce la comunità, che la chiama a raccolta nei momenti importanti, siano essi di gioia o di dolore.
Nel silenzio delle notti “medievali”, quando il vento soffiava tra i tetti e le stelle sembravano più vicine, la campana che batteva le ore era l’unico segno tangibile dello scorrere del tempo.
Un richiamo che dava sicurezza, che segnava l’attesa dell’alba e il passaggio inesorabile dei giorni.
Anche oggi, in un’epoca frenetica e smarrita, il suono della torre ha qualcosa di eterno: ci ricorda che, nonostante tutto, il tempo non ha fretta, e ogni ora ha il suo significato.
La torre, alta, austera e familiare, è come una madre silenziosa che veglia sul paese. Quanti eventi ha visto passare sotto di lei? Quanti sogni, quanti dolori, quante preghiere sono salite verso quel cielo che lei sfiora con la croce?
Ascoltare l’orologio della torre di San Nicola di Bari significa ascoltare la voce del tempo, comprendere che ogni giorno è unico, che ogni ora è irripetibile.
È un invito alla riflessione, alla consapevolezza, alla memoria. È poesia che suona nell’aria, è storia che vive ancora.
E quando all’alba la campana annuncia il nuovo giorno, quel suono è speranza. È il segno che la vita continua, che la storia non si è interrotta, che c’è ancora tempo per amare, per credere, per ricordare.
San Polo dei Cavalieri, in quel suono antico, custodisce la sua anima.