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Salvato Giuaguaro gravemente ferito dai bracconieri

Sì riaccendono i riflettori sul bracconaggio in Amazzonia

Stavolta la rubrica LOVE PUPPIES vi porta in Brasile dove il salvataggio del Giaguaro avvenuto il 1 ottobre nel Rio Negro, ha riacceso i riflettori sulla grande gravità del fenomeno del bracconaggio.

Parliamo di giovane giaguaro maschio, ferito da decine di proiettili che ha sfidato la corrente del Rio Negro per 8 ore,prima di essere salvato da una squadra del Batalhão Ambiental di Manaus. Le sue condizioni restano critiche, ma stabili. L’episodio ha commosso il Brasile e riacceso il dibattito sulla caccia illegale nella foresta amazzonica.

Mercoledì 1º ottobre  alcuni passeggeri di un’imbarcazione locale hanno  notato qualcosa muoversi tra le onde del Rio Negro, nei pressi della Praia da Ponta Negra, a Manaus.

Inerme e senza forze, poteva sembrare un tronco trascinato dalla corrente. Invece era un Giaguaro maschio, sembrava morto ma il suo sguardo,seppur flebile, dimostrava il contrario.

Gli uomini hanno allertato tempestivamente le autorità ed in brevissimo tempo la Segreteria di Stato per la Protezione e il Benessere Animale (Sepet), il Batalhão de Polícia Ambiental, il Laboratório de Interações Fauna e Floresta (LaIFF) dell’Università Federale dell’Amazzonia (Ufam) e la squadra di supporto della deputata Joana Darc (UniãoAM) erano già in moto per il salvataggio.

Il giaguaro era aggrappato ad una corda,quasi esanime e le autorità si sono servite di una boa di fortuna per effettuare il salvataggio. Ciò che maggiormente ha destato stupore è stato l’atteggiamento dell’animale. Una volta raggiunto il primo soccorritore attraverso la boa, con molta cautela l’uomo ha poggiato la mano sulla testa del felino,come per consolazione. L’animale ha alzato il muso serrando gli occhi, come se avesse riconosciuto che in quel momento l’uomo non fosse il nemico. Una scena da film.

Una volta trasportato in una clinica veterinaria nel Mancuso la diagnosi è purtroppo è stata atroce:oltre 30 frammenti di proiettile sparsi tra volto, cranio e collo. Alcuni denti erano spezzati, la mascella lesionata, il corpo pieno di piccoli fori lasciati dai pallini di piombo usati nelle armi da caccia. Ad ogni modo il felino per ora è stabile monitorato giorno e notte da veterinari e biologi.Non è facile stabilire l’età del felino ma dovrebbe trattarsi di un giovane di 58 kg.

-“Il salvataggio è stato cruciale. Da quel momento in poi, un team multidisciplinare di veterinari, biologi e anestesisti, insieme al Laiff Institute, è intervenuto per salvare questo tesoro amazzonico. L’obiettivo ora è garantire cure adeguate e, se possibile, restituirlo alla natura” ha dichiarato La deputata Joana Darc, veterinaria e attivista per i diritti degli animali.

Sui social, la parlamentare ha aggiunto: “Questo maschio ha superato più di otto ore nuotando nel Rio Negro. Stiamo lottando perché sopravviva e abbia un lieto fine. Sono stati trovati più di 30 proiettili, denti spezzati e molto sangue. Fate il tifo per lui”.

Il direttore del parco, Nonato Amaral, ha spiegato: “Il giaguaro è in osservazione. Stiamo aspettando la sua prima defecazione per analizzare, in collaborazione con il LaIFF/Ufam, cosa abbia mangiato prima dell’attacco e capire da quale area della foresta proveniva”.

-“Il felino mostra segni di forte stress, ma reagisce positivamente alle cure. La priorità è il recupero completo e, se possibile, la reintroduzione in natura- hanno dichiarato gli esperti.

Non esistono ancora informazioni su chi abbia sparato contro il giaguaro. Le autorità del Batalhão Ambiental e la Polícia Militar do Amazonas hanno aperto un’indagine e invitano la popolazione a segnalare qualsiasi atto di caccia o violenza contro animali selvatici al numero 190.

La legge brasiliana è chiara: la caccia di specie native è un crimine ambientale, punito dall’articolo 29 della Legge 9.605/98, con pene che arrivano fino a un anno di detenzione e multe salate.

Oggi il giaguaro del Rio Negro è diventato il volto di una battaglia più ampia: quella per la difesa degli animali selvatici e della foresta amazzonica, dove la violenza contro la fauna è ancora purtroppo una realtà quotidiana.