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Riordino per le maestranze della Olivetti; Tancredi (Cisl): tutto ok per la sede di Carsoli

olivettiCarsoli. Confermati gli esuberi alla Olivetti, pronto il trasferimento dei lavoratori di Carsoli a Roma. Nella riunione tra l’amministratore delegato del Gruppo Telecom Italia, Marco Patuano, ha confermato, alle organizzazioni sindacali, oltre 300 esuberi alla Olivetti (di cui Telecom Italia detiene il 100%), unitamente ad un piano industriale per il rilancio della stessa Olivetti. Alla riunione erano presenti anche il Presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, oltre al sindaco di Ivrea e altri amministratori del Canavese. Per la FIM-CISL Italia centro-meridionale, Antonello Tangredi della Segreteria provinciale dell’Aquila. Marco Patuano ha smentito le possibilità di acquisto di Olivetti da parte di imprenditori nazionali e stranieri, pur confermando che, alcune iniziative industriali olivettiin tal senso, avutesi in passato, erano finalizzate solo alla speculazione e non alla ricapitalizzazione e, quindi, alla prosecuzione della attività. Ha confermato, altresì che, Olivetti negli ultimi anni, ha sempre chiuso il bilancio con forti perdite, anche dell’ordine di 50 mln di € (annui) e che, anche i mercati dell’est asiatico (Cina in primis), inizialmente visti come prioritari, per il business di riferimento, si siano rivelati assolutamente perdenti e, successivamente privi di sbocchi. Pertanto, la strada maestra per salvare il “marchio” e cercare di proseguire l’attività in nuovi segmenti di sviluppo industriale e di mercato, è rappresentato da un piano di riorganizzazione che prevede, appunto, circa 330 esuberi su 550 lavoratori sparsi in tuta Italia. Per quasi tutti gli esuberi è in via di definizione, anche attraverso demansionamenti, la ricollocazione nel “mondo” Telecom. Gli interventi sindacali, tutti di alto pregio professionale, si sono concentrati sulle mancate riorganizzazioni degli anni precedenti e, sul fatto che, il piano industriale presenti molte ombre e, di conseguenza che, il futuro, a valle di quest’ultima scelta della Società, non garantisca né i lavoratori, né il marchio che, presumibilmente, oggi, vale ancora, 50 mln di €. Anche gli interventi politici, si sono focalizzati sulla drammaticità sociale che, una mancata riorganizzazione e/o comunque, un disimpegno della Società proprietaria del marchio, possa rappresentare per i territori, dove, la presenza di Olivetti, nel tempo, ha rappresentato lustro e benessere. Insomma, siamo al red-rationem della Olivetti, ovvero del “made in Italy”, fra i più importanti al mondo. “Per il sito di Carsoli”, ha commentato Tancredi, “nel quale sarà coinvolto solo un lavoratore che, comunque, passerà alle dipendenze di Telecom Italia, non vi sono ulteriori preoccupazioni, anche perché, tutto ciò che era possibile “riorganizzare” è stato “riorganizzato” a partire dal 2006. Preoccupazione per le sorti, di tanti nostri conterranei che, da Carsoli, nel tempo sono stati trasferiti a Roma, ve ne sono soprattutto per ciò che saranno i loro mestieri, ovvero, sull’adattabilità nel nuovo lavoro, tenuto conto che, i lavoratori interessati, hanno almeno 30 anni di esperienza in Olivetti, in tutt’altre missioni. A breve seguiranno incontri territoriali per verificare la fattibilità del piano industriale”.