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Reddito di emergenza per famiglie in difficoltà: cos’è, i requisiti e come richiederlo

Tra le varie misure previste dalla bozza del Decreto maggio 2020 per fronteggiare l’emergenza Coronavirus arriva anche il Reddito di emergenza (Rem) per i disoccupati, per chi non ha un reddito e per chi non ha un lavoro regolare. Dovrebbe arrivare a circa un milione di famiglie e cittadini in situazione di grave difficoltà socio-economica e che non sono raggiunti da altri aiuti sussidi. Ecco in cosa consiste il Rem, come fare domanda, quali sono i requisiti per richiederlo e l’importo massimo consentito.

Cos’è il Rem

Il Reddito di emergenza (Rem) ha l’obiettivo di sostenere le famiglie che abbiano subìto forti contrazioni del reddito e che sono state escluse dalle altre misure messe in atto dopo l’emergenza Coronavirus. Ha una durata complessiva di tre mesi e potrà essere richiesto tramite modulo Inps. Si potrà presentare la domanda entro il mese di luglio 2020.

I requisiti per richiederlo

  • reddito familiare inferiore a una soglia di 400 euro mensili e fino a 800 euro
  • valore del patrimonio mobiliare (la somma di vari titoli, come conti correnti postali e bancari), con riferimento all’anno 2019, inferiore a una soglia di 10 mila euro, aumentata di 5.000 euro per ogni componente successivo al primo e fino ad un massimo di 20 mila euro
  • valore Isee inferiore a 15 mila euro
  • residenza italiana

Nel caso di persone e nuclei familiari che percepiscano il Reddito di cittadinanza, il Rem può essere richiesto ad integrazione della somma già percepita, a patto che non superi il limite dello stesso Rem.

Importo massimo consentito

L’assegno Rem parte da un importo minimo di 400 euro mensili che, a seconda dei componenti della famiglia e dei requisiti di cui sopra, potrà arrivare ad un massimo di 800 euro.

Chi non ha diritto al Rem

Esclusi dal Rem sono coloro che già rientrano nelle coperture definite dal decreto “Cura Italia”. Come si legge nella bozza del Decreto maggio, inoltre, non hanno diritto al Rem i soggetti che si trovano in stato detentivo, per tutta la durata della pena, nonché coloro che sono ricoverati in istituti di cura di lunga degenza o altre strutture residenziali a totale carico dello Stato o di altra amministrazione pubblica.