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Rarissima margherita trovata in un campoa Carsoli: fusione di fiori in crescita

margheritaCarsoli. Con l’arrivo della primavera nascono i primi fiori, i quali tentano di dare colore al grigiore delle nuvole. Ma a via dei Marsi è stato trovato un rarissimo esemplare di margherita che possiamo osservare nella foto allegata. Il fiore, come si potra’ notare è una sovrapposizione di tante margherite e tanti steli che si sono praticamente fusi tutti insieme, dando vita ad un fiore con uno stelo largo e piatto, ed a una concentrazione di petali ed estensione della sua parte interna. L’agricoltore che l’ha trovata sul suo campo (G.d.V.)  ne è rimasto sbalordito, abituato a vedere i fiori di primavera è rimasto sospreso da questa singolare margherita.

La foto è stata anche inviata ad alcuni esperti i quali ritengono che il fiore sia piuttosto eccezionale e sbalorditivo. Ora avranno cura di conservarla e verrà messa in essiccazione capovolta per non far perdere i petali e la sua particolare consistenza.

Riportiamo di seguito alcuni dati di ricerca sul fiore della Margherita. Speriamo che questo ritrovamento sia di buon auspicio per la primavera e per la tranquillità.

“Ma che cosa può aver reso mutanti queste margherite?” Risponde l’esperto:  “Può essere stato un errore di copiatura del DNA. Pensa a quando copi un compito dalla brutta alla bella e ci infili uno strafalcione. Ecco, se la bella con l’errore la fotocopi e la distribuisci ai tuoi amici, avrai tante copie con lo stesso errore. Nel DNA di queste margherite magari è successa una cosa simile: nel nucleo di una cellula si è verificato un errore che non c’è nelle altre margherite normali, e poi si è via via copiato in tutte le cellule, man mano che la margherita è cresciuta”. Del resto, solo per ragioni statistiche qualche mutante ce lo possiamo aspettare in mezzo alle migliaia e migliaia di margherite che sono fiorite nel terreno umido, scaldato dal primo caldo.

 

La Margherita, il cui nome scientifico è Leucanthemum vulgare è una pianta erbacea della famiglia appartenente alla famiglia Asteracee molto diffusa nei prati di tutta la penisola italiana. Il nome generico (Leucanthemum) deriva da due parole greche (leukos che significa bianco e anthemon che significa fiore) e, come le parole stesse ci indicano, fa riferimento al colore dei fiori. Le prime notizie che abbiamo sullaMargherita risalgono al tempo dell’antico Egitto (circa 4000 anni fa) dove possiamo trovarla come decorazione in alcuni vasi di ceramica. Altre testimonianze della Margerita nei tempi antichi si trovano a Creta e in Medio Oriente. Da alcune testimonianze scritte si è venuto a conoscenza dell’uso medicamentoso che i romani facevano della Margherita. Infatti, durante le campagne belliche, i medici portavano a loro seguito sacchi colmi di Margherite. I fiori venivano spremuti e, con il succo che se ne ricavava, venivano imbevute le bende utilizzate per curare le ferite riportate durante i combattimenti.

Nel linguaggio dei fiori la Margherita assume diversi significati tutti volti alla positività e collegati al concetto di ‘verità’. Tra i significati più frequenti troviamo quello di semplicità, innocenza, spontaneità, bontà, freschezza e purezza, amore fedele. Grazie ad un’usanza comune nel Medio Evo ha assunto il significato di:”ci devo pensare”, da cui derivò il significato di “abbi pazienza”. Nella religione cattolica tradizionale significa “bontà d’animo”.

Una famosa tradizione popolare vuole che la Margherita venga usata per domandare “Lui mi ama o non mi ama?“. In questa usanza, vengono tirati i petali del fiore, uno per volta, con andamento rotatorio da destra a sinistra, tenendo il gambo con l’altra mano, finché l’ultimo petalo rimanente non dà il verdetto finale. Le origini di questa pratica si fanno risalire ai tempi della regina Vittoria quando una cameriera, di nome Margherita, avendo il cuore infranto decise di interrogare l’omonimo fiore affinchè la aiutasse a trovare un degno corteggiatore. Nel romanzo Faust, scritto da Johann Wolfgang von Goethe nel 1808, una tal Margherita, usando il solito sistema, domandava al fiore che portava il suo stesso nome, se Faust l’amasse o meno. Da allora, questa forma popolare di profezia, è continuata ovunque nel tempo, in modo più blando e scherzoso.(m.d.)