Roma – A Quarticciolo torna alta la tensione sul fronte casa. Dopo una nuova serie di sgomberi che, secondo gli attivisti, hanno lasciato in strada cinque famiglie negli ultimi dieci giorni, alcuni abitanti del quartiere hanno occupato simbolicamente la sede del Municipio V e degli uffici della Polizia di Roma Capitale che hanno eseguito gli interventi.
Il collettivo Quarticciolo Ribelle ha denunciato la situazione attraverso un comunicato diffuso sui propri canali, sottolineando che “la risposta ricevuta alle richieste di dialogo con le istituzioni sono stati i lavandini sfondati a famiglie che lavorano onestamente”.
Già nei giorni scorsi, gli abitanti avevano inviato una lettera pubblica, firmata da decine di realtà sociali e centinaia di residenti, per chiedere un incontro con le amministrazioni comunali e municipali sul tema dell’emergenza abitativa.
Il movimento evidenzia inoltre che una delle donne sfrattate è stata incontrata da Papa Francesco nell’ambito del Giubileo dei Movimenti, mentre per lunedì è prevista una visita di rappresentanti dell’ONU. “È più semplice far prendere parola all’ONU che al Comune di Roma”, scrivono gli attivisti.
I residenti dichiarano di voler restare nella sede municipale “fino a che le istituzioni non si prenderanno le proprie responsabilità politiche” e chiedono che i prossimi sgomberi vengano affrontati “come una questione sociale e non di ordine pubblico”.
Il post richiama anche episodi recenti di sfratti in altre città italiane, come Bologna e Milano, e punta il dito contro l’inefficienza dell’ente per le case popolari Ater, accusato di lasciare troppe abitazioni vuote e famiglie senza alternative.
> “Da oggi abbiamo iniziato a indicare i responsabili e non ci fermeremo”, conclude la nota di Quarticciolo Ribelle.