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Prontosoccorso del San Salvatore all’Aquila, Pietrucci: “sempre più caos anche per lavori sbagliati”

L’Aquila – Nonostante le promesse, le rassicurazioni e gli annunci sparati in campagna elettorale, la situazione del Pronto Soccorso dell’Ospedale dell’Aquila continua ad essere gravissima e – se possibile – in questi ultimi mesi è addirittura peggiorata dopo i lavori della ASL.

Dopo le denunce e l’evidente degrado in cui si trovava il punto di primo soccorso del San Salvatore, il management e la Regione avevano cercato di mettere una toppa. Toppa che si rivela peggiore del buco!

Ho potuto verificarlo stamattina, di persona, durante una visita fatta con il segretario della CGIL Francesco Marrelli.

Lo spazio che in pompa magna durante le elezioni era stato inaugurato per ospitare 12 posti letto (manco fosse un nuovo reparto di altissima specializzazione sanitaria) è tuttora senza personale e la dirigenza medica è carente. Insomma ci si è limitati a togliere le barelle che stazionavano per i corridoi, ma solo per togliere dalla vista imbarazzante del pubblico i letti di degenza. Così adesso i pazienti stanno in una stanza a parte senza evidente assistenza medica e sanitaria.

Forse ancora di peggio la ASL1 è riuscita a fare nel “ristrutturare” i locali di ingresso al Pronto Soccorso.

Invece di assicurare una visione e gestione a 360° dello spazio disponibile, per come è stata organizzata fisicamente la struttura, il personale non riesce a vedere e a controllare gli accessi di chi entra al Pronto Soccorso, chi è riuscito a fare il Triage (la valutazione del paziente e la priorità di trattamento), e inoltre è costretto ad alzarsi e muoversi di continuo per verificare come stanno le persone prese in carico.

Tutte operazioni che il personale è costretto a fare all’addiaccio, essendo costretto a tenere le porte aperte per verificare gli ingressi nei corridoi. Il tutto senza le indicazioni della segnaletica orizzontale e verticale che confondono l’utenza in quei momenti drammatici.

Insomma, la ASL è riuscita a creare una specie di bunker, aumentando il disagio sia per il personale medico e infermieristico, che per i pazienti che vengono assistiti con più lentezza e fatica.

Lo sforzo generoso ed encomiabile di chi lavora in Ospedale è mortificato da una gestione sanitaria che paradossalmente riesce a complicare e peggiorare la condizione di chi – per lavoro o per necessità – deve frequentare il Pronto Soccorso.

Si deve subito porre rimedio e riorganizzare il sistema di accoglienza e cura nel Pronto Soccorso del San Salvatore, aumentando il personale e assicurando la minima, dignitosa e tempestiva accoglienza di chi ha bisogno di cure, coinvolgendo nelle scelte di ristrutturazione chi conosce e vive in prima fila uno dei reparti più delicati dell’ospedale.

Una atroce statistica nazionale dell’Osservatorio della Società di medicina di Emergenza-Urgenza pubblicata ieri dice che se nel 2019, prima di essere ricoverati in un reparto, i tempi di attesa in un Pronto Soccorso erano in media di 25 ore, nel 2023 (con un aumento del 25%) il tempo medio di attesa è arrivato a 31 ore (trentuno ore!) e che è aumentato anche il numero di anziani che al Pronto Soccorso si rivolgono. Eppure la sanità pubblica è il primo diritto di ogni cittadino.