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Primo Carpentieri, il soldato che scelse la dignità: a lui il Premio Colosseo d’Oro alla Memoria

Roma – In un’epoca in cui la memoria rischia di svanire tra pagine ingiallite e cerimonie formali, c’è ancora spazio per l’onore e la riconoscenza. Il Premio Colosseo d’Oro è stato conferito alla memoria di Primo Carpentieri, uno dei tanti, troppi soldati italiani travolti dal caos dell’8 settembre 1943, ma capace di rimanere saldo nei valori quando tutto intorno crollava.

 L’8 settembre: lo sbando, la resa, la scelta

Con l’armistizio proclamato tra l’Italia e le forze alleate, i soldati italiani si trovarono in balia del nulla: senza ordini, senza patria, senza protezione.
Tra loro, Primo Carpentieri fu uno di quei militari che, disarmati e traditi dal vuoto del comando, dovettero arrendersi ai tedeschi, ex alleati divenuti improvvisamente nemici spietati.

La sua destinazione fu un carro bestiame, diretto verso uno Stalag tedesco: un campo di prigionia, di fatica e di fame. Il pasto migliore? Bucce di patate, rubate di nascosto. Il tempo, scandito dalla fame, dal freddo e dall’umiliazione.

⚖️ Il bivio morale: la Repubblica di Salò o la dignità

Un’uscita c’era. Bastava firmare. Bastava dire “Sì” alla Repubblica Sociale Italiana, al Mussolini fantoccio, ai tedeschi. Bastava, in fondo, vendersi.
Ma Primo Carpentieri disse “no”. Come tanti altri, scelse di rimanere fedele ai suoi ideali, pur sapendo che quella scelta poteva voler dire morire.

Scelse la fame. Scelse la malattia. Ma non rinunciò alla sua coscienza.

Un riconoscimento tardivo, ma prezioso

Nel 2010, il Presidente del Consiglio dei Ministri gli conferì la Medaglia d’Onore per gli ex Internati Militari Italiani. Prima di allora, anche l’ex Presidente Napolitano aveva riconosciuto il valore del suo sacrificio. Più recentemente, il Presidente Mattarella, in una toccante lettera alla famiglia, ha sottolineato l’importanza di testimonianze come quella di Carpentieri:

“Una testimonianza preziosa che contribuisce a preservare la memoria collettiva di quei terribili eventi e allo stesso tempo far conoscere alle generazioni più giovani le radici della nostra democrazia e l’importanza di difenderla e custodirla per il futuro.”

Il Premio Colosseo d’Oro: memoria che resiste

Oggi, con il Premio Colosseo d’Oro alla Memoria, Primo Carpentieri non viene solo ricordato. Viene onorato.
Il premio diventa simbolo di resistenza morale, di fedeltà ai valori, di un’Italia che seppe dire “no” anche quando era più facile dire “sì”.


Non un soldato qualunque, ma un uomo libero

Primo Carpentieri non ha imbracciato armi in quei giorni bui. Ha scelto di combattere in silenzio, con la forza del rifiuto. Con il coraggio di soffrire, pur di non tradire se stesso e la Patria vera: quella dei principi, non dei proclami.

La sua storia non è solo passato. È lezione di civiltà per un presente che ha ancora bisogno di coscienze forti. E il suo nome, oggi, risuona tra gli onesti, scolpito nella memoria come il Colosseo: eterno.