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Policlinico Umberto I di Roma e Polizia di Stato, strategie di prevenzione e contrasto alla violenza contro gli operatori in sanità

ROMA – L’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Umberto I e la Polizia di Stato hanno avviato una collaborazione su ambiti di intervento organizzativo, strutturale e di formazione, a partire dalla valutazione congiunta dei rischi ambientali e strutturali che possono favorire episodi di violenza, così come indicato nelle Linee di indirizzo della Regione Lazio, per il contrasto degli episodi di violenza ai danni di operatori in sanità.

Ad aprire I lavori dell’evento Antonella Polimeni,  Magnifica Rettrice della Sapienza, Università di Roma che ha sottolineato ” la serenità e la sicurezza all’interno dell’ambiente sanitario diventano fondamentali per la tutela degli operatori sanitari, ma anche dei pazienti, ribadendo come  il tema della sicurezza sia strettamente collegato a quello del contenzioso, quali facce della stessa medaglia, elementi indispensabili il buon operato dei medici e infermieri.

“Oggi andiamo a concludere una fase di lavoro propedeutica per contrastare la violenza verso gli operatori sanitari, per riportare calma e serenità in tutti quei luoghi come ad esempio Pronto soccorso e aree d’attesa, dove è più elevato il rischio di aggressioni e rassicurare e motivare medici e infermieri a lavorare in prima linea, ha dichiarato Fabrizio d’Alba, Direttore Generale del Policlinico Umberto I di Roma. “ Quali le misure adottate? Si è provveduto all’estensione della copertura wifi nelle zone di attesa, alla riattivazione di monitor informativi, al rinnovamento della segnaletica ed è stato rinnovato e ristrutturato il  presidio della Polizia di Stato presso il Pronto Soccorso del Dipartimento di Emergenza e Accettazione. Il presidio di Polizia prevede la presenza di operatori H24, in contatto costante  con la Sala Operativa della Questura e con tutti gli operatori di polizia presenti sul territorio, oltre che con servizi interni aziendali come il Servizio di vigilanza, la Squadra di gestione delle emergenze e il Servizio di Prevenzione e Protezione.

Il lavoro congiunto ha previsto anche il miglioramento del sistema di comunicazione destinato ai cittadini e ai lavoratori sulle attività svolte dalla Polizia di Stato, anche al di fuori di pratiche emergenziali. É stato sottolineato  che la violenza contro gli operatori sanitari deve essere contrastata non solo con misure di polizia, ma soprattutto partendo dalla formazione come misura preventiva volta ad ampliare la consapevolezza degli operatori e a migliorare le tecniche di comunicazione e di “descalation” con pazienti ed utenti. Da qui, l’introduzione all’interno del Programma aziendale  –  per la prima volta nelle aziende ed ospedali del Lazio – di una forma innovativa ed integrata di formazione con il coinvolgimento attivo di personale della Polizia di Stato come docente per affrontare focus su percorsi e modalità di comportamento in caso di aggressioni.

“Abbiamo, su volontà del Ministro dell’interno, Prefetto Piantedosi, riattivato in tutto il territorio della Capitale e della provincia, un Sistema di sicurezza integrato,che parte dalla riapertura dei posti di Polizia all’interno dei presidi ospedalieri. Al Policlinico c’è sempre stato e ha sempre funzionato, ma oggi c’è qualcosa di diverso. I nostri operatori possono vedere in maniera diretta ed istantanea tutto ciò che avviene all’interno del Policlinico, perchè viene ripreso da un Sistema di video sorveglianza a 360°. Il poliziotto è sempre in contatto con la nostra sala operativa e con tutto il Sistema di controllo del territorio, così da attivare immediatamente tutte le risorse necessarie per fronteggiare un problema all’interno del presidio ospedaliero”, ha dichiarato Carmine Belfiore, Questore di Roma.

Riflessioni molto interessanti anche dagli altri relatori, tra cui il Presidente dell’OMCeO, Antonio Magi che riportato i numeri dell’Osservatorio regionale che ha rilevato più di 1300 richieste di intervento in un anno, di cui 1000 solo al Policlinico. “Dato sottostimato perchè spesso gli operatori non denunciano,per svariati motivi tra cui la convinzione che nulla cambi”.

Secondo un campione nazionale, anche Maurizio Zega, Presidente OPI Romain linea con interventi precedenti, ha dichiarato  “il 30% degli infiermieri non denunciava il fatto, non tanto come atto di forma della denuncia, non tanto per paura di una possibile ritorsione  (pensiamo ai piccoli centri dove il soggetto violento magari è un vicino di casa), quanto perchè arrivati ad un livello di burnout tale, che ritenevano l’atto violento come una dimensione normale della loro percezione lavorativa”

Domenico Alvaro, Preside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria della Sapienza, Università di Roma ha fatto una semplice riflessione: “mentre parlavate, ho pensato che nelle ultime settimane abbiamo fatto convegni, tavole rotonde sulla violenza contro i bambini, sulla violenza contro le donne e sulla violenza contro gli operatori sanitari. Ogni giorno dobbiamo parlare di violenza, di chi opera contro il sistema invece di occuparci dei pazienti e dei loro bisogni”.

A chiudere i lavori, Cristina Perna, Dirigente Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione del Policlinico Umberto I che ha ringraziato tutte le Istituzioni presenti, il team multidisciplinare aziendale che ha portato avanti il lavoro su più fronti, e che ha messo al centro la sicurezza dei pazienti e dei professionisti sanitari,  sia sul fronte della formazione che delle procedure aziendali.