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Per Gaza, all’Aquila organizzato presidio in piazza Regina Margherita

L’aquila – Il 9 maggio, giornata dell’Europa, può e deve essere una ulteriore occasione per parlare ovunque di Gaza, ora sotto l’ulteriore minaccia della invasione militare totale annunciata dal governo Netanyahu.

L’appello lanciato da intellettuali, giornalisti, politici, scienziati, accademici e artisti ci dice che “senza il mondo Gaza muore. Ed è altrettanto vero che senza Gaza siamo noi a morire. Noi, italiani, europei, umani. Per rompere il silenzio colpevole vogliamo testimoniare la nostra angoscia con le nostre simboliche presenze in piazza e usando la rete, che è il solo mezzo attraverso cui possiamo vedere Gaza, ascoltare Gaza, piangere Gaza. Perché possano partecipare tutte e tutti, anche solo per pochi minuti. Anche chi è prigioniero della sua casa, e della sua condizione: come i palestinesi, i palestinesi di Gaza lo sono. Perché almeno stavolta nessuna autorità e nessun commentatore allineato possa inventarsi violenze che occultino la vera, feroce violenza: quella fatta a Gaza.

Anche se nulla può bastare di fronte all’immensità della tragedia che si consuma in Palestina, ogni testimonianza è comunque importante, ogni piccolo gesto di indignazione e di solidarietà può aiutare a rompere il muro di ipocrisia, di abitudine al massacro, di silenziosa complicità con cui i Governi del mondo assistono allo sterminio del popolo palestinese.

Il nostro primo gesto sarà stare domani all’Aquila, alle 18,30 in piazza Regina Margherita.

E poi ciascuno può fare la propria parte attraverso azioni semplici per fare qualcosa per opporci allo sterminio, per tentare di fermare la strage:

  • Postare contenuti sui social con gli hashtag #GazaLastDay e #LUltimoGiornoDiGaza.
  • Cambiare l’immagine del profilo con grafiche simboliche legate alla campagna.
  • Scrivere post o condividere testimonianze e informazioni verificate su quanto accade a Gaza.
  • Partecipare a presìdi, manifestazioni o flashmob organizzati nella propria città.
  • Diffondere arte, poesie, disegni, video o altri contenuti creativi di resistenza e solidarietà.
  • Contattare media e rappresentanti politici per chiedere prese di posizione chiare e immediate.
  • Unirsi a dirette, webinar o spazi di discussione online promossi da attivisti, giornalisti e ONG.