ROMA – A fine mese si celebra il 141° anniversario della Bonifica del Litorale romano (Ostia e Maccarese) ad opera dei braccianti ravennati che vi giunsero la sera di un piovoso 25 novembre.
Un’occasione per una gita alla scoperta del borgo di Ostia Antica e dell’epopea degli emiliani che bonificarono e resero vivibile il litorale romano.

Foto storiche nell’EcoMuseo del Litorale Romano (foto Ufficio Stampa Campidoglio)
Da sabato 22 novembre al 6 dicembre nell’ambito della manifestazione Il Litorale incontra la sua storia organizzata dalla Cooperativa Ricerca sul Territorio in collaborazione, tra gli altri, con il Municipio X sono previsti eventi , commemorazioni e – domenica 23 novembre – la proiezione del documentario Tutta la fatica del mondo, prodotto dalla stessa Cooperativa che ha creato e gestisce l’EcoMuseo del Litorale Romano.
I ravennati che giunsero sul litorale di Ostia furono ospitati in parte nel cadente castello di Giulio II oggi ristrutturato, altri costruirono capanne utilizzando le canne della palude. Molti vi perirono a causa della malaria, chi sopravvisse fece arrivare dal Nord le famiglie e vi si stabilì con le proprie tradizioni e la propria cultura.
La loro impresa è narrata nelle sale dell‘EcoMuseo del Litorale romano (https://www.crtecomuseo.it/). Qui tra vecchie foto in bianco e nero, attrezzi di lavoro e utensili si ripercorrono le tappe della bonifica idraulica e poi di quella agricola del litorale di Ostia.

Nell’EcoMuseo del Litorale Romano, la scritta sulla lavagna ricorda che i bambini ricevevano qualche centesimo per catturare le zanzare necessarie per lo studio della malaria (foto Ufficio Stampa Campidoglio)
Tra rievocazioni e cappelletti in brodo, piatto tipico della ricorrenza, anche quest’anno si ripercorre la storia per tramandare la memoria e conoscere il presente. La bonifica è ancora in corso e le idrovore sono ancora in funzione nei territori del litorale tutt’oggi sotto il livello del mare.
L’EcoMuseo è stato inaugurato nel 1994 presso l’Impianto Idrovoro di Ostia Antica dove sono ancora visibili le antiche idrovore di fine Ottocento accanto ai nuovi impianti.

Storico impianto delle idrovore di Ostia Antica (foto Ufficio Stampa Campidoglio)
Dopo la caduta dell’impero romano l’antica città di Ostia decadde. I detriti trasportati dal Tevere interrarono i porti di Claudio e Traiano e allontanarono la linea della costa.
Il territorio abbandonato divenne una palude. Lo Stato Pontificio intervenne piantando i tanti pini che ancora oggi costituiscono le grandi pinete costiere e le cui radici contribuiscono a limitare il pericolo, senza tuttavia risolverlo.
A fine Ottocento la questione arrivò in Parlamento e lo Stato italiano decise si intervenire appaltando la bonifica all’Associazione Generale degli Operai Braccianti del Comune di Ravenna.
La città emiliana ne coltiva ancora oggi la memoria ed i suoi rappresentanti sono stati presenti negli anni alla cerimonia presso il Sacrario alla memoria dei bonificatori romagnoli – in piazza Umberto I ad Ostia Antica – che quest’anno si terrà domenica 23 novembre, alle ore 10.

Scultura nell’EcoMuseo in memoria dei medici che studiarono la malaria (Foto Ufficio Stampa Campidoglio)
Partecipano all’impresa anche braccianti di altre regioni, ma gli emiliani hanno già dovuto strappare terra al delta del Po, conoscono la tecnica per la bonifica idraulica e sanno come sopravvivere nelle paludi.
Alcuni medici studiano la diffusione del mal d’aria -come era chiamata la malaria – scoprendo che il vettore di trasmissione della malattia sono le zanzare. Uno di questi medici è Giovanni Battista Grassi a cui è intitolato l’Ospedale di Ostia.

Una delle caratteristiche abitazioni all’interno del borgo di Ostia Antica (Foto Ufficio Stampa Campidoglio)
I 500 braccianti ravennati formavano dieci squadre ed erano suddivisi in scariolanti e sterratori.
L’introduzione della carriola fu fondamentale, consentiva ad un solo uomo di trasportare un carico di terra anche in salita, indispensabile per risalire gli argini dei tanti canali in costruzione. Molto velocemente, nel giro di 7 anni, ebbero la meglio sulla palude.

Il Sacrario alla memoria dei bonificatori romagnoli a Ostia Antica (Foto Ufficio Stampa Campidoglio)
Ad Ostia Antica l’epica impresa è ricordata da una lapide in piazza Umberto I che riporta un testo del deputato socialista Andrea Costa fautore della bonifica: Pane e Lavoro.
L’antico Borgo dominato dal Castello di Giulio II ricorda i romagnoli anche nella toponomastica stradale o nel parco intitolato ai ravennati.
A loro si deve anche la restituzione di preziose testimonianze archeologiche come gli Scavi di Ostia Antica e la valorizzazione di un territorio ricco di flora e fauna compreso tra pinete, mare e dune costiere.
Simona Trombini