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Papa Francesco incontra le Farmacie Apoteca Natura

Roma – Durante l’ultima sessione del Corso Evoluzione, lunedì 14 novembre Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, più di 400 membri della nostra Rete, elogiando lo spirito di armonia e cura con cui, in modo creativo, facciamo impresa a partire da un’intuizione “integralmente ecologica“. L’incontro ha dato il via al “Corso Evoluzione” di Apoteca Natura. Due giorni per individuare lo sviluppo a medio termine del network, in una visione che valorizza il ruolo del farmacista. Il tutto, nel contesto di un format di farmacia centrato sulla persona, in cui il concetto di “curare e prendersi cura” si allarga all’ambiente e al territorio.

Il SALUTO DI MASSIMO MERCATI A PAPA FRANCESCO
Caro Santo Padre,
grazie a nome di tutti. È una grande gioia per tutti noi essere qui oggi con Lei, avere l’opportunità di
condividere la visione del Suo Pontificato che per noi ha rappresentato e rappresenta qualcosa di molto
importante, un percorso di ripensamento del nostro ruolo nel mondo.
Nel ringraziare Lei, vorrei ringraziare anche tutte le farmacie della nostra rete e i nostri collaboratori, di
Aboca e di Apoteca Natura, le aziende che rappresento. Noi da tanti anni ci impegniamo, studiamo la natura
per trovare soluzioni per la salute delle persone e per accompagnarle nel loro cammino di salute. Lo facciamo
con una forte attenzione al concetto fondamentale che Lei stesso ha posto al centro del Suo Pontificato,
l’interconnessione tra tutti i sistemi viventi, l’interconnessione tra il bene individuale e il bene comune e
cerchiamo, ogni giorno, di costruire sopra queste riflessioni.
E per questo oggi siamo qui, perché i suoi messaggi sono stati per noi una guida fondamentale nell’affermare
un nuovo concetto di cura, una cura che va oltre la terapia: dalla cura di sé alla cura dell’altro, fino alla
cura del mondo, in un percorso in cui la centralità della persona diventa consapevolezza di essere parte
di una comunità, di un ecosistema all’interno del quale siamo chiamati a giocare la nostra parte con piena
responsabilità.
Emerge così la visione di un uomo che non è padrone della natura ma suo custode ed in cui il “curare ed
il prendersi cura” diventano gli imperativi di una nuova epoca in cui ci auguriamo si possano superare le
divisioni aprendosi alla fratellanza e allo spirito di servizio verso l’altro e la natura che ci ospita. È questo
lo spirito dell’economia civile, un nuovo modello socioeconomico improntato al principio Homo Homini
Natura Amicus, dove la creazione di valore non può prescindere dal perseguire del bene comune. E per
questo noi siamo Società Benefit, cioè una società che ha nello statuto dell’impresa anche gli obiettivi di
generare beni comuni, di un impatto ambientale e sociale positivo.
Nel Suo bellissimo discorso di Assisi, a Economy of Francesco, a cui ho potuto assistere, Lei ci ha ricordato
qualcosa di straordinario, e cioè che la sostenibilità, oltre che economica e ambientale, è anche una
sostenibilità spirituale. Nelle sue parole, che mi permetto di citare, ci ricorda che: “L’essere umano prima
di essere un cercatore di beni è un cercatore di senso”. Ecco perché, dice Lei: “Il primo capitale di ogni
società è quello spirituale, perché è quello che ci dà le ragioni per alzarci ogni giorno e andare al lavoro”.
Questa ricerca di senso è alla base del nostro essere impresa, comunità di persone che lavorano per un
significato, ciò che unisce la rete delle nostre farmacie, ciò da cui cerchiamo di partire ogni giorno per dare
significato al nostro lavoro. Per questo abbiamo pensato di chiederLe questo incontro, Santo Padre, per
condividere l’impegno per un mondo migliore.
Un nuovo mondo, infatti, forse è ancora possibile, e io vorrei ringraziarLa perché la forza della Sua Opera
è capace di darci fiducia, ci indica una strada chiara, l’unica che possiamo ancora perseguire.
Grazie a nome di tutti noi,
con profonda stima e riconoscenza.

SALUTO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI MEMBRI DELLA RETE DI FARMACISTI “APOTECA NATURA”
Cari amici, buongiorno e benvenuti!
Ringrazio il Dottor Massimo Mercati per le sue parole e per le pubblicazioni che a suo tempo aveva inviato.
Grazie.
La vostra esperienza di ricercare in natura le risposte ai problemi di salute mi ha fatto pensare all’Amazzonia.
Non alle stregonerie dell’Amazzonia, ma all’Amazzonia! So che voi potete ben comprendere questa
associazione di idee. Le popolazioni autoctone – in Amazzonia come del resto in altre parti del mondo – sono
depositarie di ricchi patrimoni di terapie naturali; ma anche questi purtroppo rischiano di perdersi se si
estinguono le culture originarie. E le culture originarie hanno questo atteggiamento, sempre, con il creato,
con l’ambiente, del ben vivere, che non è la dolce vita o passarsela bene, no, è l’armonia del vivere della
persona, della famiglia, del popolo con il creato.
Vedo nel vostro lavoro un positivo segno dei tempi: un modo creativo di fare impresa e di generare occupazione
a partire da un’intuizione integralmente ecologica, un’intuizione che risponde all’esigenza prioritaria oggi di
ritrovare una nuova armonia tra noi esseri umani e il creato.
E nella rete delle vostre farmacie vedo anche un’altra intuizione felice: il tentativo di sviluppare quella
che è già di per sé una caratteristica dei farmacisti, cioè un rapporto personalizzato con la gente del
territorio, una certa capacità di ascolto per poter consigliare, orientare… Tuttavia, seppure non si tratti di
una vostra invenzione, voi vi proponete di “investire” su questo aspetto, che è molto importante nell’ottica
di un’assistenza sanitaria di base. Purtroppo, per vari motivi, la figura del medico di famiglia è quasi
scomparsa, e il rischio è che, per privilegiare le “eccellenze”, si trascuri la buona qualità dei servizi sanitari
territoriali; oppure che questi risultino talmente burocratizzati e informatizzati, che le persone anziane o
poco istruite si trovino di fatto escluse o emarginate. Ovviamente le farmacie non possono supplire a ciò
che compete al servizio sanitario nazionale, ma possono senz’altro venire incontro a un bisogno reale
della gente compensando certe carenze.
Torniamo a quella che mi pare sia l’intuizione originaria della vostra attività. Si potrebbe riassumere in
due parole: armonia e cura.
Armonia è un concetto che mi sta molto a cuore. Ha anche un alto valore teologico e spirituale; addirittura
si può considerare un nome di Dio, perché lo Spirito Santo è Egli stesso Armonia. Per questo il creato,
proprio in quanto tale, cioè “creato” da Dio che è armonia, riflette il disegno del Creatore e, pur essendo
intimamente segnato dal male che lo ha inquinato, aspira sempre al bene e all’armonia. San Paolo scrivendo
ai Romani tocca questa realtà dicendo che «la creazione è stata sottoposta alla caducità» ed essa stessa
«geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi» (Rm 8,20.22). Nel multiforme fenomeno del cosmo e, in
particolare, della vita in tutte le sue espressioni, possiamo riconoscere un disegno, Paolo parla addirittura
di «ardente aspettativa della creazione» (Rm 8,19), quasi che la speranza di Dio – speranza di salvezza e
di comunione – si riflettesse nella sua creazione.
UDIENZA PAPALE
CON LE FARMACIE APOTECA NATURA
SALA CLEMENTINA
LUNEDÌ, 14 NOVEMBRE 2022
Oggi, in un mondo globalizzato e interconnesso, appare ancora più evidente il confronto tra due culture: la
cultura del consumismo e dello scarto – è una cultura: ambedue vanno insieme, cultura del consumismo
e dello scarto –, che è una forma di nichilismo, e poi la cultura della cura, dall’altra parte. Dobbiamo
scegliere: non c’è un’altra possibilità di andare avanti! Oggi non ci è concesso di rimanere neutrali. Si
impone una scelta, perché il grido della terra e il grido dei poveri chiedono responsabilità. Rispondere.
La cultura del consumismo e dello scarto è molto pervasiva e condiziona molti nostri comportamenti
quotidiani, e così anche la cultura della cura si esprime in tante piccole e grandi scelte, che ognuno è
chiamato a compiere, a seconda del ruolo che occupa. L’Enciclica Laudato si’ ha voluto essere, per tutta
la Chiesa, e per tutti gli uomini e le donne di buona volontà, un appello ad assumere con consapevolezza
e decisione l’atteggiamento della cura. E, per come vi conosco, mi pare di poter dire che il vostro lavoro
risponde a questa logica e a questo stile di vita: entrare nella cultura della cura.
Ciascuno, nel proprio ruolo, può contribuire a diffondere la cultura della cura. Ringrazio voi per quello che
fate, a partire dal vostro campo di lavoro, cercando anche di dare un apporto concreto per far crescere
un’economia diversa, un’economia centrata sulla persona e sul bene comune. Benedico di cuore tutti voi e
le vostre famiglie. E per favore, vi chiedo di pregare per me.
Grazie!