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Ospedale di Tagliacozzo, la regione dichiara “inammissibile” l’emendamento

L’Aquila. Una commissione sanità interminabile quella di ieri, durata fino al tardo pomeriggio. Il dato che se ne trae è il parere negativo dell’assessore alla Sanità, Nicoletta Verì, e degli uffici all’emendamento salva ospedale di Tagliacozzo e Pescina.

La commissione, iniziata dalle 10 del mattino, ha audito Pierluigi Cosenza, direttore del Dipartimento, e Claudio D’Amario, direttore dell’Agenzia sanitaria regionale, per chiedere loro un parere sugli emendamenti e capire se potessero essere accolti o meno.

Alla fine, con presa d’atto dell’assessorato alla Sanità, l’emendamento per restituire a Tagliacozzo la caratteristica di ospedale riassegnando il codice ospedaliero cancellato dal piano, è stato dichiarato inammissibile. Assessorato e direttori hanno dato parere negativo.

L’emendamento salva ospedale doveva essere presentato dal consigliere di maggioranza Simone Angelosante che però lo ha ritirato.

Ciò sarebbe stato fatto, come dichiarato in commissione, per questioni strategiche. A fare suo l’emendamento è stato il consigliere di opposizione Giorgio Fedele, che lo ha presentato.

Comunque sia ha ottenuto parere negativo. Il dato politico è quindi chiaro anche se ora si dovrà passare alla fase formale che però, probabilmente, si allineerà al parere di assessorato e degli uffici.

In tal modo l’ospedale di Tagliacozzo sarà un distaccamento di quello di Avezzano finché non si avranno locali disponibili per riportarlo nella sede centrale, mentre quello di Pescina farà capo all’ospedale dell’Aquila.

L’unico emendamento che ha ottenuto l’ok è quello presentato dal presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri con secondo firmatario il consigliere Massimo Verrecchia. Si prevede la possibilità di dare il alla giunta la capacità di apportare delle modifiche direttamente in giunta, senza passare per il consiglio regionale. Dunque in caso di volontà politica, la giunta potrebbe direttamente approvare modifiche, anche per l’ospedale di Tagliacozzo e Pescina, in un secondo momento senza passare per il consiglio regionale.