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“Non sono mai stata capace di fare le capriole all’indietro”: intervista all’autrice Nicoletta Romanelli

Claudia è una donna dinamica e brillante, che affronta la vita frenetica di Milano con intensità, entusiasmo e della sana ironia. La sua più grande passione, la musica, trova piena espressione nel suo lavoro di pianista.
I suoi giorni sono scanditi dalle lezioni con i giovani allievi, dagli incontri con amici curiosi e amiche affezionate, dal diletto micio Amadeus, e dalle forti passioni per lo shopping, il Giappone, la letteratura e tanto altro. Ormai più sui margini, una storia un po’ datata con Tommaso, con la prospettiva – a dire il vero non troppo esaltante – di un matrimonio. E soprattutto, la sensazione che in tutto questo ancora manchi quella famosa scintilla in grado di accendere davvero la sua esistenza.
Ogni cosa cambia quando in questa routine irrompe un ammiratore misterioso, un po’ bizzarro sì, ma risoluto e in fin dei conti intrigante. La tempesta di regali e continui messaggi, e di lei sembra sapere ogni cosa. In breve tempo Claudia, sorprendendosi di se stessa, si sente trascinare in un vortice di emozioni che aveva accantonato forse troppo presto, e si scopre di nuovo incuriosita, anche di fronte alle tante strane incoerenze del suo spasimante.
Fino a quando gli eventi prendono una piega inaspettata e sinistra, e quella che era parsa una storia sentimentale insolita si tinge di giallo, di sospetto e di tensione.
Un racconto frizzante, sostenuto da una variegata e avvincente colonna sonora, abile a catturare quelle immediatezze che sanno interpretare meglio una realtà fatta di mille sfaccettature.

Recensione

Non sono mai stata capace di fare le capriole all’indietro di Nicoletta Romanelli è un romanzo armonico e delicato, con una trama al femminile.

Fin dalle prime pagine l’autrice ci cattura con una storia dalle sfumature rosa ma, con magistrale abilità, la miscela con tinte tipiche del giallo. Ne emerge una narrazione brillante e inaspettata, un libro romantico ma anche un noir ben costruito, pieno di suspense e mistero.

Nicoletta Romanelli ha uno stile ricercato  che si declina in una narrazione sofisticata e musicale. Una scrittura melodiosa e leggera arricchita da una vena di realismo che riesce a cogliere il dettaglio delle emozioni e delle relazioni umane. Le sue sono descrizioni intense intrecciate a passaggi narrativi affascinanti.

La musicalità di questo libro la si riconosce nella capacità dell’autrice di cadenzare ritmo e armonia e far vibrare la storia al momento giusto attraverso le note elettrizzanti dei colpi di scena. Una scrittura travolgente che non stanca mai e tiene il lettore incollato alla pagina.

Non sono mai stata capace di fare le capriole all’indietro  è un romanzo elegante e fresco. I sentimenti e le emozioni che si respirano sono filtrati dai pensieri e dai turbamenti interiori che sopraggiungono nella protagonista Claudia alle prese con un ammiratore segreto che le sconvolge la quotidianità e la mette al centro di un mistero.

La scrittrice attraverso questa figura mette in luce l’importanza di non avere paura, di sapersi rimettere in gioco, non dare mai nulla per scontato. Sapersi osservare ogni giorno con occhi nuovi. Nicoletta Romanelli invita a guardare oltre la zona di comfort della routine, a scavare più a fondo nelle relazioni, a cogliere la bellezza nelle sfide. Attraverso l’esperienza della protagonista impariamo che tutto può cambiare da un momento all’altro e che solo abbracciando l’imprevisto possiamo davvero scoprire chi siamo e trovare la felicità. Bisogna solo ricordarsi di tenere gli occhi sempre aperti!

Numerosi e variegati sono i personaggi che gravitano attorno alla storia di Claudia: figure iconiche e ricche di tonalità, alcune particolarmente adorabili come il simatico gatto Amadeus e Edo l’inseparabile amico e consigliere di Claudia. La Romanelli ha creato un assortimento di protagonisti con i quali si lega subito. Eccentrici e affascinanti. Aggiungono un tocco di leggerezza e vivacità alla lettura. Altri invece rivelano strati più profondi e oscuri mostrandosi come individui complessi  e tormentati, con dei segreti nascosti. Ciascuno di essi diventa parte fondamentale che contribuisce a rendere la trama appassionante, godibile e intrigante.

La caratteristica che più piace delle opere di Nicoletta Romanelli, e caratterizza anche questo suo ultimo romanzo, è la presenza della musica come elemento imprescindibile della narrazione. La musica è parte integrante nella vita della Romanelli e la accompagna anche nella sua attività di autrice.

Ogni capitolo del romanzo è scandito da brani musicali come suggerimenti di lettura capaci di creare un’atmosfera unica dalla quale farsi trasportare. L’elemento musicale aggiunge profondità e complessità alla storia ma anche ai personaggi, in quanto ne scandisce le vibrazioni interiori e il ritmo dei pensieri.

Con la loro intensità e ricchezza emotiva, i brani offrono un orizzonte di significato per esplorare meglio il mondo interiore dei protagonisti e la loro quotidianità, fatta di alti e bassi, di certezze e di imprevisti. La musica funge così da catalizzatore per le riflessioni, l’introspezione, il cambio di scene e accompagna la suspense e lo scioglimento delle tensioni lungo il corso della storia. Le melodie, dalle quali il lettore può farsi accompagnare durante la lettura, suggeriscono romanticismo, malinconia, allegria, tensione e tutta la costellazione di emozioni che questo libro sa regalare.

Leggere Non sono mai stata capace di fare le capriole all’indietro significa fare un’esperienza di lettura multisensoriale, unica e inedita. Vuol dire indagare il mondo delle relazioni umane, reali e virtuali, mostrando le gioie e i dolori dell’aprirsi agli imprevisti e al mondo. Significa lasciarsi cullare dalla musica. Farsi trasportare dalle emozioni. Un libro scorrevole, ironico, appagante: ideale per chi è alla ricerca di ispirazione e di una prospettiva più profonda sulle opportunità nascoste dietro agli imprevisti e alla complessità della vita.

Intervista all’autrice

Parlaci di te e di come è nata la passione per la scrittura

Sono nata a Milano, dove vivo, e i miei studi sono stati musicali e classici. Sono diplomata in pianoforte al Conservatorio  “G. Verdi” e ho frequentato il Liceo Classico. La lettura e la scrittura mi hanno sempre accompagnata: sono una divoratrice di libri e ho sempre amato scrivere, anche solo piccole cose, racconti, altro. L’idea di poter scrivere un romanzo è scattata una decina di anni fa: avevo in testa due o tre trame e desideravo svilupparle. Ma la stesura di un romanzo è cosa seria, ho rimandato, ci ho girato intorno…Finché a un certo punto è uscita, dalla penna (io scrivo tutto sempre rigorosamente a mano, penna e quaderni, poi trascrivo al PC), la struttura del mio primo romanzo, di getto, in poche settimane.

Ho partecipato al Premio Letterario Città di Castello e, avendo ottenuto il primo premio per la narrativa, sono stata pubblicata. Gioia immensa, che si è accompagnata alle parole lusinghiere e incoraggianti di Alessandro Quasimodo (figlio del Premio Nobel Salvatore), allora presidente della giuria. Da quel momento ho pubblicato quattro romanzi e racconti per varie case editrici.

Cosa hai voluto trasmettere attraverso Claudia la protagonista del tuo romanzo? Che tipo di personaggio è?

Claudia, la protagonista del romanzo, è una pianista che ha ormai incanalato la sua vita su binari collaudatissimi e fermi. Purtroppo (per fortuna…) la vita non può essere fermata, congelata, per corroborare le proprie certezze. Possono sopraggiungere imprevisti, stimoli, deviazioni dalla strada che si è intrapresa, e di fronte a tali imprevisti si deve essere pronti a farvi fronte.

Claudia inizialmente non ce la fa: ne ha paura, sbanda paurosamente,  commette errori, esce dai suoi binari, ma successivamente riprende le redini della sua vita e, con una buona dose di ironia, si scopre forte, determinata, intuitiva e consapevole. Claudia, infine, vuole comunicare rigore e determinazione (il rigore imposto dalla sua attività di pianista), ma anche la possibilità di “sbandare”, accettando le proprie debolezze.

Quale è l’elemento più originale della trama di Non sono mai stata capace di fare le capriole all’indietro?

L’ elemento più originale della storia sta nell’esordio, improntato ai temi del romanzo “al femminile”, quasi leggero e divertente (a sottolinearci le caratteristiche della vita di Claudia, del tutto normale e quasi noiosa), e nell’evoluzione,  che progressivamente lo trasforma in un noir di tutto rispetto, fatto di tensioni, suspance e paure. Una trasformazione che avviene lentamente e inesorabilmente, e che tiene legati a doppio filo alla lettura fino all’ultimo capitolo.

Non posso proseguire oltre, per non spoilerare troppo!

La musica ha un ruolo fondamentale nella storia, scandisce i capitoli e la vita di Claudia. Ti va di approfondire questo  aspetto?

La musica è fondamentale. Per me, nella mia vita, e nei miei romanzi. Un “marchio di fabbrica” di tutti i miei romanzi sono le colonne sonore. All’inizio di ogni capitolo suggerisco l’ascolto di un brano, brani che spaziano dalla musica classica a quella moderna, al jazz ecc, e che hanno sempre attinenza con l’argomento trattato nel capitolo. In questo modo cerco di suggerire una colonna sonora che accompagni la lettura, che enfatizzi il senso della parola scritta.

Molti fra i miei lettori mi hanno confermato di seguire alla lettera i miei consigli, e di ascoltare i brani suggeriti, nel corso delle loro letture. E poi Claudia è una pianista. Quale occasione migliore, per me, di esternare gioie e dolori del duro lavoro del musicista, fatto di fatica e sacrifici?

Quale messaggio hai voluto trasmettere ai lettori attraverso la storia che hai narrato?

I messaggi suggeriti dal romanzo sono molti, ma cercherò di focalizzarmi su due in particolare. Innanzi tutto il rigore. Claudia è una persona rigorosa: rigore musicale e rigore esistenziale.  Lo studio di uno strumento non è mai superficiale, ciò che passa all’esterno è il fascino legato alla musica, al bello di un mestiere fuori dall’ordinario, ma è fatto in realtà di sacrifici, di pazienza,  di  fatica. Senza questo rigore Claudia non potrebbe fare il lavoro che fa. E poi c’è il rigore esistenziale,  in Claudia e in ognuno di noi.

Claudia si è costruita un’esistenza ferma, solida, quasi monotona, anche forse per la paura di non riuscire a controllarla. Ma la vita ci riserva, quando meno ce lo aspettiamo, sorprese gradite o, al contrario, devastanti. Claudia è l’emblema di questa presunta incapacità di fronteggiare i ” colpi di scena” della vita. In realtà, nel corso della narrazione,  vedremo come invece riuscirà a farsi forza e a superare un imprevisto che l’ha vista impaurirsi e sbandare. L’imprevisto è rappresentato da una persona che irrompe nella sua vita in modo ambiguo e sotterraneo,  che esercita su di lei un grande fascino e che la fa dubitare delle proprie certezze.

Il messaggio ultimo è quello di non dare nulla per scontato e di essere preparati ad ogni cambiamento. Claudia rappresenta esattamente questo aspetto, e ci riserverà delle grosse sorprese.

In passato hai pubblicato altri romanzi. Come è cambiata la tua scrittura? Ci sono temi che ritornano e legano le tue opere?

Come dicevo precedentemente,  sono arrivata al quarto romanzo, oltre alla pubblicazione di racconti. Il tutto nell’arco di dieci anni. Se devo pensare a un cambiamento nel mio stile di scrittura, posso dire che vi sono elementi costanti e profondi cambiamenti. Rimane costante la presenza della “colonna sonora”, un suggerimento di ascolto che propongo all’inizio di ogni capitolo, così da creare un’atmosfera ideale. E poi l’ironia. Mi considero una persona ironica e i miei personaggi,  seppur in situazioni complesse, riescono sempre a “salvarsi” con una buona dose di ironia e di distacco da ciò che gli sta accadendo.

Claudia è la perfetta incarnazione di questo aspetto. Quando non sa più che pesci pigliare, esterna una frase, un pensiero, che certamente divertono il lettore e che la tirano fuori dai guai. Sullo stile narrativo, posso dire che è cambiato il mio modo di avvicinarmi alla scrittura. Il mio primo romanzo, “Le mie sorelle erano innamorate di Andrea Giordana (e io no) – Una guida alla felicità” ed. Luoghinteriori,  è stato scritto di getto. Pochissime correzioni, poche rivisitazioni,  quasi un diario. Non rinnego questo modo di scrivere, ma nel corso degli anni sono passata a una maggiore programmazione del romanzo, a una riscrittura continua,  fino ad arrivare a un editing implacabile. Mi giudico e mi stronco da sola, insomma.

Cosa è meglio? Forse entrambe le cose. È un bene scrivere di getto le proprie emozioni, ma la riscrittura è un momento importantissimo,  che non va assolutamente trascurato. Il tutto, sempre, rigorosamente a mano. Carta e penna mi aiutano a ragionare, correggere, disegnare. Strumenti impareggiabili.

Sei appena tornata dalla fiera del libro Più libri Più liberi. Come è andata? Impressioni, emozioni, sensazioni che hai avuto.

“Più libri più liberi” , fiera della piccola e media editoria presso la Nuvola di Fuksas , è un evento importantissimo per chi legge e per chi scrive.

Ho girovagato per tre giorni fra stand di case editrici, eventi, incontri e contatti importanti. Un’esperienza esaltante. Presso lo stand di uno dei miei editori ho tenuto il firmacopie  di uno dei miei romanzi.  A Roma sono una perfetta sconosciuta, poichè mi muovo soprattutto in ambito milanese, ed è stata una piacevolissima sorpresa osservare invece l’interesse di moltissimi lettori che si sono fermati allo stand, si sono informati, mi hanno chiesto di parlare del libro e della mia attività e soprattutto lo hanno acquistato con piacere!

Ritengo fondamentale frequentare le varie fiere del libro: ci si immerge in un clima fantastico,  fatto di interessi comuni, muovendosi tra persone che sentono come te l’importanza della lettura e della scrittura.

Stai scrivendo altro?

Ho da poco terminato le presentazioni del mio ultimo romanzo, “Non sono mai stata capace di fare le capriole all’indietro” ed. Giovane Holden,  vincitore del premio letterario Bukovski,  e il tempo per scrivere, che divido con altre attività, in questo momento, è pochissimo. Ma quando si comincia a scrivere il germe si è insediato in noi, accompagnato da gioie e dolori. Perciò posso dire, senza spoilerare troppo, che sì, ho in mente una nuova storia, ho “buttato giù” qualche appunto, ho cominciato a delineare le caratteristiche dei personaggi. Spero di potervi presto raccontare le vicende dei miei nuovi personaggi e di poter proseguire su questa meravigliosa strada, la scrittura.