Nespolo (RI) – La scomparsa di un proprio caro è sempre un momento doloroso, ma la testimonianza di Emanuela Sanzi, capogruppo consiliare di Nespolo, dimostra come la professionalità e l’umanità di medici e operatori sanitari possano rendere questa esperienza più sopportabile. La sua lettera, rivolta alle istituzioni sanitarie locali, racconta la storia del padre, Luigi Carlo Sanzi, affetto da gravi patologie neurodegenerative, e dell’assistenza ricevuta fino all’ultimo respiro.
“Inizialmente è intervenuta l’ADI di Rieti, brillantemente diretta dal Dott. Michele Ciro Totaro, un punto di riferimento medico e umano fino alla fine”, scrive Sanzi. La famiglia ha potuto contare su un team di professionisti che, con competenza e dedizione, ha assicurato una cura domiciliare intensiva, fondamentale non solo per il paziente ma anche per i caregiver.
Un ruolo centrale è stato svolto dal centro di riabilitazione RiaH di Rieti, che ha fornito supporto concreto e costante, assegnando all’assistenza domiciliare l’infermiere Enrico De Angelis. “È diventato parte integrante della nostra famiglia – racconta Sanzi – e grazie a lui nostro padre ha potuto affrontare il suo ultimo percorso con dignità e senza sofferenza. Ci ha insegnato cosa significa una morte dignitosa”.
La lettera è anche un appello alle istituzioni: valorizzare e finanziare i servizi domiciliari è fondamentale, perché consentono ai pazienti di trascorrere gli ultimi momenti della vita accanto ai propri cari, garantendo supporto, umanità e qualità dell’assistenza.
“La buona sanità – conclude Sanzi – arriva anche nei piccoli comuni e fa la differenza. Se ci fossero più professionisti come Enrico, sarebbe un mondo migliore. La RiaH di Rieti e tutto il suo staff non saranno mai dimenticati”.
Questa testimonianza, carica di emozione e gratitudine, è un potente esempio di come la professionalità medica e la vicinanza umana possano alleviare il dolore delle famiglie e mostrare il volto migliore della sanità italiana.