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Mercati finanziari: occhi puntati su borsa USA, transizione green e quarta ondata Covid

Dopo la riconferma di Jerome Powell alla guida della Federal Reserve per il secondo mandato, avvenuta da parte del presidente Joe Biden, la borsa USA si conferma ai massimi storici e consolida il suo momento positivo, nonostante le numerose incertezze macroeconomiche e la risalita dei contagi di Covid-19 in Europa. In particolare è lo S&P 500 a brillare, con una crescita di oltre il 26% dall’inizio dell’anno.

Bene anche il Nasdaq 100, in grado di mettere a segno un aumento del 29% nel 2021, mentre il Dow Jones si ferma a un incremento di quasi il 18% quest’anno. Positive anche le borse europee, sebbene la quarta ondata potrebbe minacciare la ripresa e compromettere l’espansione economica all’inizio del 2022 in occasione della stagione invernale, situazione resa più difficile anche dal caro petrolio e dal rally delle materie prime.

In attesa del risultato dell’ultimo mese l’Euro Stoxx 600 al momento è in crescita del 20,85% da gennaio ad oggi, con l’FTSE Mib che ha ottenuto una risalita del 22,71% nel 2021, superiore al +17% del DAX 30 ma inferiore rispetto al CAC 40 di Parigi con +27,13% dall’inizio dell’anno. Tra i fattori da monitorare c’è senza dubbio la transizione ecologica, una grande sfida globale per il clima in cui gli investimenti pubblici e privati potrebbero spostare gli equilibri finanziari nei prossimi anni.

Gli effetti della riconferma di Powell alla FED sulla borsa USA

Negli ultimi due anni molti investitori privati hanno iniziato ad operare in borsa in modo autonomo, sfruttando la maggiore accessibilità degli investimenti finanziari e la crescita record della borsa USA nel post-Covid. Come spiegato su Investingoal.it, tra i broker più apprezzati si è affermato eToro, premiato dalla riduzione del deposito minimo ad appena 50 dollari e dal focus sull’azionario statunitense e le criptovalute, i due settori con maggiore appeal da parte dei trader retail.

La conferma di Powell alla FED però apre nuovi scenari per le prospettive del mercato USA nel prossimi mesi. Il numero uno della Banca centrale americana, infatti, era stato nominato dal predecessore di Biden alla Casa Bianca, il repubblicano Donald Trump, tuttavia il neopresidente USA ha voluto dare stabilità alla strategia di politica monetaria in un momento delicato per il Paese e la sua amministrazione. I problemi da affrontare per Powell sono numerosi e complessi, una situazione non facile da gestire in vista di un complicato 2022.

Il presidente della FED ha applicato un approccio tollerante rispetto all’inflazione in crescita per arginare gli effetti sull’economia della pandemia di Covid-19, abbandonando temporaneamente il rigore sul target del 2% dell’inflazione per perseguire la piena occupazione. Oggi però il rally dei prezzi preoccupa non poco, con l’inflazione che a ottobre ha toccato il +6,2% dall’inizio dell’anno, un vero e proprio record che non si verificava da 30 anni, al quale bisogna aggiungere il rincaro della materie prime e il riacuirsi della crisi sanitaria.

Le circostanze attuali potrebbe spingere la FED ha rialzare i tassi e rinunciare alla strategia di politica monetaria espansiva prima di quanto fosse previsto, con i rigoristi che negli Stati Uniti stanno acquisendo maggiore forza. Un cambio di approccio da parte della Federal Reserve potrebbe costringere anche la Casa Bianca a rivedere le sue strategie di spesa, con ricadute sul mercato finanziario e l’attesa crescita della green economy alla base del programma del presidente Biden.

L’aumento dei contagi può minacciare la transizione energetica?

In tutto il mondo la pandemia di Covid-19 ha rappresentato un’occasione per discutere le strategie di transizione energetica, con l’impegno dei principali governi ad accelerare sulla rivoluzione verde e il passaggio dai combustibili fossili alle energie rinnovabili. Lo sviluppo sostenibile però potrebbe essere rallentato dall’inflazione, dagli elevati livelli di indebitamento degli Stati e dall’incremento dei contagi e dei decessi di SARS-CoV-2 in molte zone del globo, specialmente nel vecchio continente.

Dalla UE agli USA fino alla Cina ogni paese prevede di investire miliardi nell’economia verde, al pari della maggior parte delle aziende che vogliono diventare green e ridurre pesantemente la propria impronta di carbonio. D’altronde anche sul mercato finanziario gli investimenti nella green economy stanno offrendo rendimenti elevati, come dimostra l’aumento della quotazione delle azioni Tesla del 58% nel 2021 e il successo dell’IPO di Rivian in grado di registrare un +38% al debutto in borsa.

Intanto è corsa ai green bond, con Cbi che indica come gli investimenti verdi abbiano superato 1,4 trilioni di dollari quest’anno, con una forte crescita delle obbligazioni corporate legate alla crescita della green economy. Senza dubbio si tratta di un aspetto che qualsiasi investitore deve considerare con grande attenzione, cercando di evitare le truffe e i fenomeni di greenwashing. Ad ogni modo gli investimenti verdi sono diventati un asset fondamentale oggigiorno, al quale destinare una quota del proprio portafoglio per sfruttare la crescita dei settori economici legati alla transizione energetica.