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Delitto di Colli, massacrata per gelosia. “Sto morendo” le ultime parole della badante

Tagliacozzo. È stato incastrato dalle tracce di sangue che ha lasciato sul luogo del delitto dove avrebbe ucciso la compagna dopo un violento litigio causato da un attacco di gelosia. A. F., romeno di 52 anni, è stato arrestato stamane, dai carabinieri della compagnia di Tagliacozzo con l’accusa di omicidio volontario per aver aggredito e poi ucciso Catalin Bucatarula Iuliana, romena, 38 anni, trovata senza vita il 5 novembre scorso, in un’ abitazione di Colli di Monte Bove, frazione di Carsoli, dove prestava servizio ad un anziano come badante. I fatti sono stati rappresentati nei dettagli nel corso della conferenza stampa avvenuta questa mattina a Tagliacozzo presso il Comando Compagnia.

Le tracce di sangue ritrovate sul muro, dai militari di Carsoli, guidati dal capitano Silvia Gobini in collaborazione con i Ris di Roma, non sono state giudicate compatibili dal medico legale con una caduta accidentale ma con una violenta aggressione. L’esito delle indagini è stato illustrato questa mattina in una conferenza stampa dal sostituto procuratore Maurizio Maria Cerrato, dal comandante della compagnia di Tagliacozzo Silvia Gobbini e dal maresciallo di Carsoli, Umberto Massimo Cicone.

In un’ultima telefonata prima di andare in coma, mentre era a terra sanguinante,  ricevuta  da un amico, avrebbe pronunciato le sue ultime parole: “sto morendo”. Poi il suo assassino avrebbe afferrato il telefono e minacciato l’interlocutore dicendogli che non avrebbe più dovuto chiamarla.

Avrebbe riportato la donna, secondo l’ipotesi accusatoria, nell’abitazione dove lei lavorava e in seguito ad un litigio le avrebbe afferrato la testa sbattendola ripetutamente sul muro provocandone la morte. La donna era stata ritrovata alla base delle scale. Sullo stesso muro, infatti, l’anatomopatologo Cristian D’Ovidio ha effettuato dei rilievi riscontrando un’ altezza delle macchie di sangue incompatibili con la caduta che non sarebbe mai avvenuta. Trasferita all’ospedale morì due giorni dopo.

L’attività investigativa condotta dai carabinieri della stazione di Carsoli è stata avviata dai militari nella considerazione che, sin dall’inizio, vi erano forti dubbi circa la possibilità che la donna fosse deceduta a seguito di un incidente domestico. Gli accertamenti, unitamente alle indagini tecniche e tradizionali svolte dai militari della Stazione, nonché il decisivo e tempestivo intervento sul luogo del delitto da parte dei carabinieri del Ris, hanno permesso di raccogliere gravi, univoci e concordanti indizi di colpevolezza a carico dell’uomo, tratto in arresto alle prime ore dell’alba, ritenuto l’autore dell’omicidio avvenuto all’interno dell’abitazione del datore di lavoro della donna, al culmine di un litigio, scaturito verosimilmente dalla gelosia nutrita per lo stretto rapporto di amicizia intrattenuto dalla vittima anche con un altro uomo di origine macedone.
La famiglia della vittima è assistita dall’avvocato Angelo Iacomini, mentre l’arrestato è difeso da Paolo Frani.