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Marano Equo nella storia delle sorgenti Curzia e Cerulea

Redazione – Nella bella Valle dell’Aniene, il borgo di Marano Equo è intriso di storia e di cultura.
Disposto sulla sommità meridionale di una collina la cui altitudine massima è 488 metri, il paese è racchiuso a ovest dalla dorsale dei Monti Ruffi, dove il territorio comunale arriva anche ai 700 m s.l.m., mentre a est si affaccia con un ripido declivio sulla valle dell’Aniene avendo a fronte il boscoso versante occidentale dei Moimbruini.
Il borgo, che deve il suo nome all’antico popolo degli Equi, è famoso in particolar modo per le sue acque – non solo minerali – che sgorgano in grande quantità e con diversa qualità ai piedi della collina. Tali fonti hanno costituito un fenomeno di grande importanza per la zona fin dai tempi dell’antica Roma, tant’è che l’Acquedotto Claudio captava l’acqua dai piccoli laghi formati da due sorgenti, denominate Curzia e Cerulea grazie alla limpidezza dell’acqua, tra gli odierni comuni di Arsoli e Marano Equo.