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Liberalizzazione licenze, la riflessione da Tivoli in una lettera aperta a Di Maio e Salvini

Tivoli – Ha deciso di scrivere questa lettera  dopo aver letto un post dell sindaco  di Roma e relativi commenti. Stefano Berti, figlio di una storica famiglia di commercianti di Tivoli mette in chiaro il suo pensiero parlando della sua amata città.

Ai Ministri Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

Buonasera gentili ministri, mi chiamo Stefano e scrivo da Tivoli in provincia di Roma.
La nostra città è una delle perle Italiane che a causa del malaffare politico e un pizzico di disorganizzazione degli ultimi 30 anni sta vivendo oggi uno dei peggiori periodi commerciali di sempre. Leggo su un post della Sindaca Raggi che a Roma si sta intervenendo su alcune attività, diciamo così, a tutti un po’ strane quali frutterie che non rispettano standard qualitativi e decorosi per la città!

Essendo anche io commerciante che prosegue una attività di famiglia di ben più di 90 anni, noto con piacere questo post del Sindaco Raggi e mi viene in mente il perché nessuno abbia mai preso in considerazione una regolarizzazione delle Licenze off Line e on Line!
Credo che uno dei danni più grandi che il commercio e la sua economia abbia vissuto sia stata proprio la liberalizzazione delle licenze. So che in alcune regioni come Trentino o Sicilia (entrambi autonome) le licenze vengano regolate dai comuni di appartenenza in base a studi fatti tra Medie abitanti, metri di distanza, o addirittura distretti( luoghi dove si riuniscono una serie di attività dello stesso tipo, spessissimo food, per veicolarne fruitori interessati unendo manifestazioni tematiche bla bla bla)

Sempre secondo me, nell’era della digitalizzazione delle imprese ci vorrebbe una vera rivoluzione semplicemente andando a regolamentare le attività on Line e off Line bloccando le licenze di determinate categorie merceologiche e dare delle regole chiare per quanto riguarda on line e i centri storici per aumentarne decoro e accoglienza. Regolamentare gli affitti e i prezzi degli immobili, incentivare le assunzioni e il rinnovo dei locali, incentivare le piccole imprese ad andare on Line con i propri prodotti e a fare corsi di marketing, corsi di lingua Inglese, corsi di specializzazione e chi più ne ha più ne metta.

Bloccare le licenze permetterebbe a chi lavora bene di aumentare il lavoro mentre chi sta facendo fatica di vendere la propria attività e andare in pensione con una buona uscita cosa che ad oggi capita solo in casi rarissimi. Oggi a tutti noi conviene aprire una nuova attività anziché rilevarla. E spesso secondo me invece converrebbe rilevarla per una serie di motivi che non sto qui a descrivere.
Potreste mandare dignitosamente in pensione una marea di commercianti stanchi, proprio come avete fatto con quota 100 per i dipendenti. Questo processo innescherebbe un rinnovo generazionale in ogni e dove. Ripartirebbe il credito poiché i giovani che vorranno aprire attività dovranno acquistare la licenza regolamentandone i prezzi ovviamente ed evitare le follie delle licenze dei taxi.

Io credo nelle regole, chiare, semplici e dirette proprio come si fa quando si educa un cane.

Il libero mercato sta portano al collasso il commercio e l’artigianato proprio perché oggi tra rilevare un bar e aprirgli di fianco non c’è alcuna differenza.

Con grande Stima e Speranza vi saluto ricordandovi che siete i ministri di un paese alla deriva e che oggi chi vi ha votato non vuole vedere teatrini da talk show ma solo ed esclusivamente Fatti.