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Le parole come specchio di una società che continuamente muta le sue abitudini

pensiero-filosofia-paroleLe parole sono la base della comunicazione umana, uno dei fulcri attorno al quale ruota la nostra quotidianità. Molte di esse sono tuttavia frutto di abitudini acquisite e poi accantonate e per questo motivo finiscono presto nel dimenticatoio. È il caso, ad esempio, di molti neologismi che negli ultimi anni sono entrati a far parte del nostro lessico, ma che dopo poco tempo sono spariti senza lasciar traccia nelle nostre conversazioni. Avete mai sentito parlare del termine “svapare”? Bene, con svapare si intende letteralmente “emettere il fumo dalla propria sigaretta elettronica”. Chi mai si sognerebbe di usarlo in una conversazione? Eppure è uno dei neologismi che ha trovato spazio nello “Zingarelli 2015”. Logica conseguenza di un’ abitudine, l’uso della sigaretta elettronica appunto, che rapidamente ha coinvolto un numero rilevante di persone, ma che altrettanto celermente ha perso la sua consistenza.

Nella lista dei cinque neologismi più utilizzati negli ultimi tempi trova inevitabilmente posto la parola “selfie”, che ormai viene ripetuto come un mantra più o meno da tutti, giovani e meno giovani. L’uso quasi virale della parola è senza dubbio legato all’abitudine ormai diffusissima di immortalarsi in pose e posti differenti. Durerà? Probabilmente si, o almeno fino a che la moda di immortalarsi non  lascerà spazio ad altre abitudini. Già le abitudini: sembra che siano proprio loro ad influenzare il nostro lessico.  Al mutare di esse, cambiano in maniera direttamente proporzionale le parole. Come dimenticare, ad esempio, i famosi walk-man, che hanno fatto la loro comparsa sul finire degli anni ’70 del secolo scorso. Oggi probabilmente la parola è utilizzata dai nostalgici o dai meno giovani. I ragazzi delle generazioni più recenti mostrano invece le loro perplessità di fronte ad una parola che risulta obsoleta perché non più in linea con le abitudine quotidiane, vista l’esplosione dei nuovi, ed ultra-tecnologici, lettori musicali. Ma come questo si potrebbero addurre ulteriori esempi per spiegare questa stretta connessione tra comportamenti e parole.

Per il 2015 non è ancora stato coniato un neologismo che sia sulla bocca di tutti, ma c’è da scommettere che è solo questione di tempo: c’è solo da attendere che un nuova abitudine entri nelle nostre vita, ci coinvolga e poi, dopo aver occupato buona parte del nostro tempo , sparisca senza lasciar traccia.

(Antonio Di Francesco)