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Lazio e Abruzzo; numeri da colore giallo per la ripartenza

L’Aquila. Con le riaperture del 26 aprile si comincia a pensare ai nuovi colori della Regioni. La zona con minori restrizioni potrebbe restituire, infatti, una boccata d’ossigeno a tutti i commercianti ed esercenti che nell’ultimo periodo sono stati costretti ad abbassare le serrande per l’aumento dei contagi sul territorio. Lazio e Abruzzo hanno al momento i numeri da zona gialla. Resta da vedere l’andamento fino a venerdì.

Poi però in Abruzzo resta l’incognita delle zone rosse disposte motu proprio dal governatore, quindi si spera che i comuni della Marsica stretti nella morsa delle zona rossa ne possano uscire. Le zone a rischio però potrebbero non passare direttamente al giallo. Quindi come nel caso di Carsoli ed Avezzano ad esempio e quindi potrebbero subire restrizioni da arancione. Ma il condizionale è d’obbligo.

“La certezza assoluta non si può avere”, ha detto il presidente a margine della visita a Teramo del ministro della Salute, Roberto Speranza, “ma sono 4-5 settimane che registriamo valori da zona gialla. Negli ultimi giorni il trend dei contagi è in linea con quella classificazione, quindi, salvo disastri degli ultimi giorni o focolai di inaudita gravità che dovessero manifestarsi improvvisamente, ragionevolmente dovremmo andare verso la riapertura in giallo”.

Continuano a migliorare i numeri dell’emergenza coronavirus in Abruzzo. L’incidenza settimanale dei casi per centomila abitanti scende a 107, ben lontana dalla soglia di allarme fissata a 250. Nelle ultime ore si registra una rapida riduzione dei ricoveri, che passano dai 566 di ieri ai 545 di oggi. I nuovi casi sono 170. Sono emersi dall’analisi di 3.363 tamponi molecolari: è risultato positivo il 5,06% dei campioni. Si registrano otto decessi recenti, che fanno salire il bilancio delle vittime a 2.345. I nuovi positivi hanno età compresa tra 4 mesi e 87 anni. Quelli con meno di 19 anni sono 31, di cui 10 in provincia dell’Aquila, 2 in provincia di Pescara, 9 in provincia di Teramo e 10 in provincia di Chieti. Gli otto decessi, cinque dei quali relativi ai giorni scorsi e comunicati solo oggi dalle Asl, riguardano persone di età compresa tra 58 e 91 anni: una in provincia di Chieti, tre in provincia di Pescara, una in provincia dell’Aquila e tre in provincia di Teramo. Gli attualmente positivi sono 9.505 (-253): 494 pazienti (-20) sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva e 51 (-1, con 2 nuovi ricoveri) sono in terapia intensiva. Il tasso di occupazione dei posti letto è pari al 26% per le terapie intensive, a fronte di una soglia di allarme del 30%, e al 34% per l’area non critica, rispetto ad un livello di guardia del 40%.

Gli altri 8.960 attualmente positivi (-232) sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl. I guariti sono 57.800 (+415). Del totale dei casi positivi, 17.342 sono residenti o domiciliati in provincia dell’Aquila (+52), 17.809 in provincia di Chieti (+37), 17.631 in provincia di Pescara (+18), 16.124 in provincia di Teramo (+60), 553 fuori regione (+1) e 191 (+2) per i quali sono in corso verifiche sulla provenienza. Intanto prosegue la campagna vaccinale. Salgono a 345.590 le dosi somministrate nelle quattro province, pari all’86,1% delle 401.470 complessivamente disponibili. ”

Sul piano vaccinale Marsilio chiede al Governo più dosi per assicurare a tutti gli abruzzesi la somministrazione del vaccino. “Nel nostro piano abbiamo stabilito che entro il 30 settembre avremo completato la vaccinazione di tutti gli abruzzesi. In questi giorni stiamo completando la fascia degli ultraottantenni, abbiamo aperto alla fascia degli ultrasettantenni e sono iniziate oggi le prenotazioni per la fascia 60-70”. “La nostra capacità di vaccinare”, ha detto Marsilio, “è direttamente proporzionale al numero di vaccini che ci vengono distribuiti. Non teniamo scorte nei frigoriferi che non siano indispensabili. Ieri abbiamo inaugurato un centro vaccinale nell’università di Teramo che è in grado di fare 3000 vaccini al giorno. Ne facciamo circa 800 perché non ne abbiamo di più. Se ne avessimo di più saremmo in grado di correre più velocemente e arrivare prima all’obiettivo”.