COLLELNGO – Ieri è stato inaugurato ieri il nuovo monumento ai Caduti di tutte le guerre, un’opera di forte impatto simbolico ed emotivo firmata dallo scultore Francesco “Franco” Marcangeli di Carsoli, maestro capace di tradurre in forma plastica i grandi temi della memoria, del dolore e della speranza.
Il monumento si impone non solo per il suo valore artistico, ma soprattutto per il messaggio universale che intende trasmettere: un anelito di pace che si leva verso il cielo come un volo di colombe, immagine potente e al tempo stesso fragile, così come fragile è l’equilibrio del mondo che abitiamo. Marcangeli affida alla scultura il compito di parlare alle coscienze, andando oltre la celebrazione retorica del sacrificio bellico per interrogare il presente e il futuro.
Cuore dell’opera è la figura di un bambino adagiato su una bandiera ammainata: un’immagine che colpisce e commuove, nella quale l’innocenza più pura si contrappone con forza alla violenza della guerra e alla prepotenza dei potenti. È il linguaggio tipico di Marcangeli, diretto ma mai gridato, capace di unire rigore formale e profondità etica. La scultura diventa così un monito silenzioso, un invito alla responsabilità collettiva e alla tutela della vita.
Alla cerimonia di inaugurazione hanno preso parte numerose autorità civili, militari e religiose, a testimonianza dell’importanza attribuita all’opera e al suo significato. Presente anche il vicepresidente della Provincia dell’Aquila Gianluca Alfonsi. Il progetto è stato realizzato grazie a un lavoro corale, coordinato dall’architetto Aldo Cianfarani, insieme alla sindaca Rosanna Salucci, alla dirigente dell’ufficio tecnico ing. Francesca Geminiani, al capogruppo Alpini Gabriele De Medicis e alla ditta Lobene, che ha curato le opere edili.
Ancora una volta Francesco Marcangeli conferma il suo ruolo di scultore civile, capace di restituire alla comunità un’opera che non si limita a ricordare i caduti, ma che chiede a chi la osserva di fermarsi, riflettere e scegliere la pace. Un monumento destinato a diventare luogo di memoria condivisa e simbolo di un impegno che non deve mai venire meno.
