L’AQUILA – Aria di tempesta seria nel mondo del lavoro. Un percorso di cessione aziendale che lascia non solo sconcertate maestranze e sindacati ma che pone il dito proprio sul modus operandi che si vorrebbe attuare nel dismettere una fiorente e produttiva società di TIM, la Telecontact.
Servizi qualificati, impegno profuso a tutto campo per standard di qualità eccellenti, caratterizza il lavoro quotidiano dei dipendenti sparsi un pò in diverse città e località italiane. Tra cui L’Aquila dove sono trenta i dipendenti che nella sede di via Strinella 2, coinvolti in questo piano di cessione nazionale che vede la dismissione di Telecontact con una nuova società la D.N.A. s.r.l. di recentissima costituzione e stando a prime ipotesi con esiguo capitale sociale.
Telecontact nel suo complesso ha in organico 1.591 dipendenti, dislocati nelle sedi di: L’Aquila,Roma, Napoli, Caltanissetta, Catanzaro, Ivrea, Aosta e Milano.
Le Segreterie Nazionali dei sindacati SLC-CGIL e UILCOM-UIL hanno dunque proclamato lo sciopero di Telecontact per il 17 novembre 2025, con presidi a Roma (sede di Poste Italiane, azionista di TIM) e possibili altri presidi territoriali. Ulteriori scioperi sono previsti dal 18 novembre al 16 dicembre, con durata variabile in base al contratto dei lavoratori.
La protesta nasce dopo il rifiuto di TIM di ritirare la procedura di cessione di Telecontact, nonostante le richieste sindacali.
Le organizzazioni sindacali ritengono che la cessione:
Non abbia un vero piano industriale e serva solo a ridurre i costi;
Espella 1.591 lavoratori, per la maggior parte part-time e donne, dal gruppo TIM verso società esterne (outsourcing);
Sia insostenibile industrialmente, dato il calo di organici e ricavi nel settore.
I sindacati chiedono invece di valorizzare le competenze dei lavoratori e di valutare un percorso di internalizzazione e riconversione professionale all’interno del gruppo TIM.
Le iniziative includono anche presidi presso istituzioni e enti locali, e rimangono esclusi dallo sciopero i lavoratori di Napoli dal 21 al 26 novembre a causa delle elezioni regionali.
In sintesi, il sindacato contesta duramente la decisione di TIM e chiede il ritiro della cessione, denunciando le conseguenze negative per i lavoratori e il settore.
Ai lavoratori intanto stanno giungendo messaggi di solidarietà e non si esclude l’attivazione di un coordinamento istituzionale con le rappresentanze dei sindaci comuni e delle città ove sono ubicate le sedi di Telecontact center, L’Aquila compresa.