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“L’amore provvede” dell’autrice Elisa Cugliandro, un romanzo multisensoriale che affronta le paure

Il giovane Marcello passa da una donna all’altra senza alcuna stabilità. Una sera incontra Chiara, una bella ragazza che canta e suona la chitarra. C’è però un particolare: Chiara è cieca. Non può guardare Marcello negli occhi, ma lo può sentire a modo suo. I due si piacciono, nonostante la loro storia d’amore sembra essere osteggiata da tutti. Da Danielle, che guarda con invidia la felicità di sua sorella, la stessa felicità che a lei sembra essere preclusa. E dagli amici di lui, bloccati nei personaggi che loro stessi si sono creati e che non paiono convinti della scelta di Marcello, che intanto si rifugia nell’amore per Chiara per allontanare le questioni irrisolte della sua vita. È come se tutti fossero sospesi su un ponte che richiede solo il coraggio e la fermezza d’essere attraversato. Sullo sfondo di una romantica e suggestiva Torino, ecco il primo atto della serie L’amore provvede.

Elisa Cugliandro è scrittrice poliedrica, animatrice professionale in RSA e counselor a indirizzo olistico. Classe 1985, vive a Torino. Nel 2013 ha debuttato col romanzo di fantascienza “Damazerico – La Rivoluzione Cortese”. Nel 2021 ha pubblicato la raccolta di racconti “Miracoli metropolitani” per Rossini Editore, conquistando nello stesso anno il terzo posto al concorso nazionale Andrea Torresano col romanzo inedito “Fuga dall’amore”.  Nel 2022 segue “La Resa del Riso”, romanzo distopico edito da LuoghInteriori. Nell’autunno 2023 ha auto-pubblicato la serie romance “L’amore provvede” in due atti: Chiudi gli occhi e Un nuovo sguardo.

Quando ti sei avvicinata alla scrittura e quali sono i tuoi autori di riferimento?

Mi sono avvicinata alla scrittura durante l’adolescenza, scrivendo il diario. Col tempo, ho cominciato a sperimentare varie forme: dalle poesiole alle canzoni rap, dai racconti brevi alle sceneggiature… Nel 2011, finalmente, è scattata la scintilla con la narrativa, una scintilla che è divampata! Ho debuttato con un romanzo di fantascienza, dopodiché mi sono ritrovata a scrivere una storia d’amore. Quella che sarebbe poi diventata L’amore provvede. Sono un’autrice da sempre eclettica, insomma!

I miei primi riferimenti letterari sono stati Orwell e Bradbury. Oggi ritengo di non avere un autore di riferimento specifico (soprattutto nel romance), perché mi sento ‘contaminata’ da tutto ciò che leggo; in particolare adoro Dostoevskij fra gli autori classici, e Silvia Avallone fra i contemporanei, oltre a Stephen King, che ho scoperto di recente… Sì, anche lui sa raccontare, e molto bene, l’amore, ed è un grande indagatore dell’animo umano.

Che tipo di protagonista è Marcello, cosa lo tormenta e quale rivoluzione interiore lo aspetta?

Marcello si presenta al lettore come un protagonista sconclusionato e superficiale, che consuma rapporti senza legarsi a nessuna ragazza. È tormentato da un complesso di inferiorità, convinto di non possedere nessun talento. Quando incontra Chiara, però, inizia a mettersi in gioco come mai nella sua vita. Col tempo lei diventerà una sorta di rifugio; ma non si può scappare da sé stessi, e così Marcello dovrà dimostrare la stessa tenacia nel compiere una difficile ma necessaria rivoluzione interiore: sarà come guardarsi dentro per la prima volta.

Nel libro affronti anche il tema della disabilità, in particolare della cecità, attraverso il personaggio di Chiara… parlaci di questa scelta narrativa

Non è stata una scelta cosciente: nel 2012 l’ispirazione mi si presentò così, ed è stato solo dopo che ho compreso che quella cecità era metaforica… era la mia… Il non riuscire a vedere, a vedermi. Un decennio più tardi, grazie a un accurato lavoro con la mia editor, ho affrontato meglio il tema della disabilità sensoriale mettendomi nei panni di Chiara. È stato un esercizio di empatia che mi ha permesso di comprendere, più che di spiegare, cosa comporti questa condizione. L’augurio è che possa succedere la stessa cosa al lettore, che in fondo la lettura è – come il teatro – un grande esercizio di empatia.

Quale immagine dell’amore si respira nella tua opera?

Si respira un’immagine… multisensoriale. È un amore che prende forma attraverso i sensi, ma che può fare a meno della vista. Sottotraccia si muove peraltro una storia d’amore ‘secondaria’, che riguarda il personaggio di Yuri, bloccato e incapace di dichiararsi; ecco, in questo libro l’amore si sprigiona provvedendo laddove le paure bloccano. A tal proposito anche la forma diaristica, che si intervalla alla narrazione principale, sarà di grande aiuto al personaggio scrivente, nel fare chiarezza interiore. Infine, una chicca: è possibile ascoltare la canzone inedita Close your eyes, cantata da Chiara nel romanzo, per rendere la storia davvero multisensoriale!

Attraverso le figure dei personaggi secondari affronti anche il tema del conflitto, dell’invidia, del coraggio di affrontare la vita. Quali prospettive emergono?

Ho cercato di curare al meglio i miei personaggi secondari, anche per raccontare come viene accolto il sentimento nascente fra i due protagonisti: con astio, preoccupazione, gelosia e molta, molta invidia. In particolare è il personaggio di Danielle a incarnare l’invidia, con atteggiamenti ostili e scontrosi nei confronti della sorella Chiara e di Marcello… Ma quanto reggerà la sua maschera? Ciascun personaggio ha una prospettiva di cambiamento, che presuppone tuttavia il volerla accogliere.

Raccontaci qualche dettaglio sull’ambientazione e quale atmosfera può aspettarsi il lettore

La vicenda si svolge prevalentemente a Torino, di cui ho scelto scenari romantici come il parco del Valentino, oltre al locale (fittizio) dove Chiara e Marcello si incontrano per la prima volta. I luoghi sono dunque sia reali che immaginari… Suppongo sia un retaggio della mia esperienza nella fantascienza! Molte ambientazioni sono vissute dal punto di vista di Chiara, per cui le descrizioni si reggono sulle percezioni degli altri suoi sensi. Il ponte Isabella, in particolare, è il luogo-simbolo del romanzo che offre una vista bellissima e romantica, che ho voluto verificare di persona con un sopralluogo molto emozionante: ho sentito i miei personaggi come se fossero lì…

Tre buoni motivi per acquistare e leggere L’amore provvede

Per leggere un romance diverso dal solito, che non si accontenta dei meri risvolti romantici, ma vuole scandagliare i personaggi in profondità

Per comprendere qualcosa in più sulla condizione di cecità, attraverso il punto di vista di Chiara

Per riscoprire sé stessi attraverso le vicende dei personaggi, trovando magari il coraggio di attraversare il proprio ponte interiore.

Che tipo di scrittrice stai diventando e quale rapporto hai instaurato con i tuoi lettori?

Mi sento senza dubbio una scrittrice molto più consapevole rispetto agli esordi, il cui processo di miglioramento prosegue giorno dopo giorno. L’anno scorso ho compiuto un passo in avanti assai significativo, grazie a un accurato lavoro con la mia editor Ivana Poletti, che ringrazio. Mi trovo bene col romance, ma non potrei mai rinunciare al mio eclettismo. Suppongo, dunque, che in futuro affinerò ancora di più lo stile.

Coi lettori mi piace dialogare, ascoltare le loro opinioni, che mi restituiscono ogni volta nuovi sguardi sul mio stesso lavoro! La cosa più bella è sentire qualcuno parlare di ispirazione dopo che ha letto una mia opera; saperlo mi riempie di gioia, perché so di aver fatto centro.

Senza svelare nulla, cosa possiamo aspettarci dal secondo atto de L’amore provvede?

Un approfondimento dei personaggi, un’evoluzione generale di tutti i rapporti in gioco, con particolare attenzione alle amicizie. Per questo secondo atto ho aggiunto, inoltre, nuovi scenari romantici: oltre a Torino, ci sarà anche il lago d’Orta.