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La voce degli adolescenti sull’alcolismo a Carsoli, la replica di una quindicenne

In seguito alla lettera aperta di una madre di Carsoli, interviene una ragazza quindicenne sempre sul tema dell'alcolismo minorile

Carsoli – “Sono una ragazza di 15 anni, che non ha mai fumato, mai bevuto, mai caduta in queste trappole. Alcune volte, mi è capitato di avere la curiosità di provare una sigaretta, eppure non l’ho mai fatto, perché so benissimo a cosa vado incontro, me lo hanno insegnato. Provarci non costa nulla, ma se poi fumare ti piace, inizia un circolo vizioso da cui uscire fuori è molto complicato. E lo so per certo, avendo una madre ex fumatrice. Vedo e conosco ragazzi della mia scuola che parlano solamente di quanto avessero bevuto e fumato da stare male, facendosene un vanto. Io li guardo ridendo, ma provo anche molta pena per loro . Sono persone che si fanno del male per essere notati, persone che credono che l’alcool significhi “ essere fighi e belli” ma in realtà è solo la necessità di essere uguali ad altri perché non si ha il coraggio di essere diversamente se stessi.  Non è necessario bere fino ad andare in coma etilico per potersi divertire, non è divertente andare in ospedale rischiando la vita. Parlando del nostro territorio, invece, il concetto di noia, che diventa una giustificazione,  è del tutto sbagliato. Annoiarsi non vuol dire appartarsi, nascondersi, bere e fumare per divertirsi: non ci trovo proprio niente di divertente. Piuttosto una passeggiata e una chiacchierata con una mia amica, riunirsi insieme agli altri a guardare un film, organizzare gite fuori città e perché no, riscoprire il piacere di leggere e magari dedicarsi un po’ meno a quello che è il virtuale. Affidarsi e confidarsi con i propri genitori, invece che pensare di affogare le proprie inquietudini in un fondo di bottiglia Non è indispensabile fumare e bere. Ultima cosa ma, veramente importante, è la complicità dei ragazzi maggiorenni e di qualche commerciante accondiscendente che forniscono senza problemi sigarette ed alcool ai miei coetanei”.

Ed è questa la lettera che abbiamo ricevuto sulla mail di redazione, a suppporto o a replica del precedente articolo: Alcolismo minorile a Carsoli, la lettera aperta di una mamma. 

La ragazza si firma normalmente, e per lo stesso motivo della lettera precedente ne garantiamo l’anonimato. Questo perchè conta il messaggio di ciò che si dice e non di chi lo dice. Se lo sfogo di una madre ha aperto il confronto, è giusto che se ne parli, e si approfondisca una tematica di scottante interesse sociale.