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La vita rubata

La ricerca dell’orizzonte si perde nell’incertezza. Siamo disorientati di fronte ad una pluralità di sequenze per le quali non vi è risposta. Esserci ed osservare vite rubate fa stare male anche chi sta bene. Siamo nella ricerca dell’altro per colmare un vuoto che è entrato in ognuno di noi. Perchè noi siamo fatti per stare insieme ed esprimere i valori di cui siamo portatori. 

Assistiamo impotenti alla vita che viene rubata, non riuscendo a capire se sia un destino o di cosa siamo vittime consapevoli ed inconsapevoli. 

Assistiamo giorno dopo giorno al deterioramento dell’esistenza, gravata dall’uomo messo in pericolo dal suo stesso essere uomo. La solitudine è l’unica arma di difesa e la rinuncia all’esistenza reale per viverne una virtuale. 

Ma anche quando l’orizzonte sembra perduto, per rendere onore alla memoria di quanti hanno pagato con la vita, di quanti soffrono perchè privati del loro diritto di lavoro, abbiamo il dovere di rialzare la testa dopo averla abbassata per piangere. 

Siamo consapevoli di vivere una vita dolente dove noi stessi siamo il pericolo. Inconsapevole. 

Siamo vittime di un meccanismo perverso che ruba la vita, nel fisico, nel cuore e nell’anima.

E l’unico modo per superare il momento gravissimo, che ci ha spazzato via emozioni, persone, luoghi, sensazioni, è aiutarsi reciprocamente a resistere. Trovando quella forza che sembra essere svanita nel nulla.

Non sarà facile, ma ce la faremo, per chi è andato avanti, per chi resta e per chi ancora dovrà venire. 

(D.I.)