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La Piana del Cavaliere grande esclusa dal consiglio provinciale dell’Aquila

piana del cavaliere civitaCarsoli – Il lembo di terra del Carseolano, con quattro comuni contigui, Carsoli, Oricola, Pereto e Rocca di Botte non è rappresentato al consiglio Provinciale dell’Aquila il cui organismo è stato di recente nominato. Come noto il sistema di riordino delle province eliminò le elezioni pubbliche e quindi il consiglio provinciale oggi è formato in seno alle pubbliche amministrazioni. Quindi votano ed entrano consiglieri comunali, sindaci. E quindi sono lontani i ricordi di consiglieri Provinciali eletti con una barca di voti nella nostra zona come il compianto  Luciano Lauri eletto con oltre duemila preferenze. L’analisi del magro bottino provinciale sembra voler ricollocare il territorio della Piana del Cavaliere ai margini della politica abruzzese e marsicana. E questo accade un pò in tutti i settori, realtà anche meno importanti e con collocazioni geografiche diverse, sono sempre in auge e dettano le linee programmatiche di scelte che poi certo non vanno a favorire le nostre zone. Ma quali sono le cause di tutto questo? Manca sicuramente un raccordo territoriale che abbia la doppia funzione di pianificare strategicamente l’intero comprensorio, metterlo in sinergia con le zone adiacenti, e di incidere nelle scelte sovraccomunali. In pratica oggi vige un pò la politica del contrario. E’ chiaro che per portare servizi, innovazione, e per difendere quelli conquistati, serve essere nei tavoli giusti. Le rappresentanze dei sindaci e dei delegati nei vari organi, seguono giustamente le linee politiche di riferimento. Ma ora nella Marsica e nell’Abruzzo ci sono stati alcuni accadimenti elettorali che hanno modificato sostanzialmente il quadro come nel caso di Avezzano e dell’Aquila. E quindi quelli della Piana servono bene solo per votare per altri. Un deja vù. Abbiamo assistito per anni a decine di passerelle di personaggi che compaiono e poi scompaiono nel nulla, dopo la loro elezione. La Piana del Cavaliere dovrebbe riscrivere i requisiti di chi deve andare, a vario titolo a rappresentare il territorio. Oggi le capacità in politica costituiscono un problema, e quindi probabilmente qualche regnante, in barba ad ogni esigenza pubblica se ne guarda bene dall’esaltare ruoli per chi forse ha qualcosa da dire.  E dunque con la politica del contrario non ci resta che rassegnarci, anche perchè poi la parola spetta sempre al popolo sovrano.  Ai posteri le ardue sentenze.